Il premier alla vigilia del Consiglio europeo alle Camere rivendica la strategia del governo

La curva epidemiologica “è sotto controllo” e lo è grazie ai vaccini e “al senso di responsabilità dei cittadini”. Mario Draghi si prepara a partecipare al Consiglio europeo di giovedì e venerdì forte dei dati che arrivano dalla struttura commissariale del generale Figliuolo. Il premier rivendica la bontà delle scelte fatte. Dal decreto che ha esteso l’obbligo del Green pass ai luoghi di lavoro, sottolinea, le prime dosi di vaccino “sono cresciute del 46% rispetto al trend atteso, tra il 16 settembre e il 13 ottobre ci sono state 559.954 mila prime dosi di più del previsto. Non stiamo a guardare il numero dei decessi, caduto del 94%, del 95% i ricoveri nelle terapie intensive, del 92% le ospedalizzazioni”. La linea è chiara e il presidente del Consiglio la scandisce in aula, alla Camera, replicando a chi è più scettico e non esita a definirsi ‘no pass’: “Dopo aver avuto 132mila morti credo che in coscienza bisogna far tutto il possibile e quello che è necessario”.

Draghi rivendica quanto fatto finora, anche in rapporto agli altri Paesi Ue. Se in Europa, infatti, “dopo un avvio stentato”, la campagna di vaccinazione ha raggiunto “risultati molto soddisfacenti” (quasi quattro adulti su cinque hanno ricevuto almeno una dose di vaccino), in Italia, sottolinea il premier, “la campagna procede più spedita della media europea”. A oggi, sono gli ultimi dati forniti dal presidente del Consiglio nel corso delle comunicazioni alle Camere, l’86% della popolazione sopra i 12 anni ha ricevuto almeno una dose e l’81% è completamente vaccinata. Il Capo del Governo ringrazia ancora una volta medici e infermieri, poi si concentra su quanti hanno scelto di vaccinarsi nelle scorse settimane, giovani e giovanissimi, e – soprattutto – chi ha scelto di immunizzarsi “dopo aver superato le proprie esitazioni”.

Sul fronte vaccini, però, molto resta da fare in Europa. Il Consiglio, dice sicuro il premier, “riaffermerà il proprio impegno a contribuire alla solidarietà internazionale”. Vanno aumentate le forniture di dosi ai Paesi più fragili, ribadisce Draghi che sottolinea come l’Italia abbia triplicato le donazioni di vaccino, da 15 a 45 milioni di dosi, da distribuire principalmente attraverso il meccanismo Covax. Il premier chiede poi alle istituzioni Ue un approccio comune e un maggior coordinamento per affrontare e superare eventuali future pandemie, evitando “il ripetersi dei pericolosi episodi di protezionismo sanitario” e lavorando a una risposta globale.

Non solo Covid e vaccini, però. I capi di Stato e di Governo, riuniti a Bruxelles, affronteranno anche la questione energetica. Palazzo Chigi, ricorda il premier, si è impegnato a contenere il rincaro delle bollette, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Anche in questo caso, però, la strategia deve essere comune con Roma che spinge la Commissione a “esplorare rapidamente l’opzione di acquisti e stoccaggi congiunti di gas naturale su base volontaria con misure di medio periodo”. La rotta della transizione green, comunque, è tracciata e “perché la riconversione del nostro sistema economico abbia successo, è necessario il sostegno di tutti: istituzioni, imprese, cittadini”, ribadisce.

Il summit europeo tornerà poi a occuparsi dei flussi migratori, come richiesto dal Governo italiano già dal vertice di giugno. Draghi torna a chiedere un maggiore impegno dell’Ue, concentrandosi sul modello dei cosiddetti corridoi umanitari. “E’ essenziale che, già a questo Consiglio, la Commissione presenti piani d’azione chiari, adeguatamente finanziati, e rivolti con pari priorità a tutte le rotte del Mediterraneo, compresa quella meridionale. A questi piani andrà poi data rapida attuazione”, è l’affondo del premier che propone un aggiornamento costante della Commissione europea ai capi di Stato e di Governo in ciascun Consiglio europeo sul grado di attuazione e di avanzamento degli impegni assunti.

Domani e venerdì si parlerà poi anche della questione dello stato di diritto, che ha coinvolto la Polonia. Draghi si schiera in modo “fermissimo e convinto” al fianco della Commissione Ue, rivendicando la primazia della Corte di Giustizia europea rispetto alle Corti costituzionali nazionali. “Non è solo per bisogno che si sta in Europa, ma per realismo e idealismo – è la convinzione del premier – perché se ne condividono gli ideali”.

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