Il segretario dem: "Temo moltissimo lo sfilacciamento in corso, mettiamo al sicuro la Legge di Bilancio"
Un’intesa sulla legge di Bilancio rivolgendo lo sguardo al Colle. A lanciare la proposta è Enrico Letta: “Serve un patto di tutti i leader con Mario Draghi per mettere al sicuro la legge di Bilancio. Subito dopo, cominciamo a parlare dell’elezione del nuovo capo dello Stato”. Il segretario del Pd, che da settimane ripete come un mantra di aver scelto il ‘silenzio’ sulla trattativa fino a gennaio, fa la sua prima mossa. Che nasce da un ragionamento preciso: nella maggioranza c’è “uno sfilacciamento in corso che temo moltissimo, perché in questo momento c’è bisogno dell’opposto. Un’assunzione di responsabilità delle forze politiche a sostegno di Draghi – dice a ‘La Stampa’ -. Un patto tra i partiti che sostengono questo governo”. L’obiettivo è ottenere “un incontro di tutti i leader con il premier perché questo accordo sia formalizzato: blindiamo la manovra e gli aggiustamenti necessari che concorderemo insieme in Parlamento. Ognuno rinunci alla sua bandiera per un risultato condiviso da tutti”.
Il numero uno del Nazareno vede un rischio su tutti: “Immaginare che sulla prima legge di Bilancio di questo governo ci possa essere un Vietnam parlamentare non è accettabile”. Meglio procedere per step: “Se non si spostano a dopo l’approvazione della manovra le giuste e legittime discussioni che dobbiamo fare sulla migliore soluzione per il Colle, ne andrà di mezzo la legge di Bilancio e saliranno le tensioni nel Paese. Le strategie sul prossimo presidente non possono interferire su decisioni che milioni di cittadini attendono, come quelle sulle pensioni. Altrimenti finiremo per alimentare l’idea che la politica è diventata l’ostacolo. E poi alle elezioni dovremo andarci noi”. Con tutti i rischi connessi agli eventi collaterali: “Non possiamo permetterci la quarta ondata, perché la fatica sociale del Paese è troppa”, ammonisce Letta.
Il primo a rispondere ‘presente’ è Matteo Salvini. Il leader della Lega ribadisce la piena disponibilità a collaborare, come già aveva proposto il 13 ottobre al presidente Draghi: occasione nella quale aveva suggerito un tavolo con tutti i segretari dei partiti della maggioranza per sminare il più possibile il cammino del governo ed evitare inutili muro contro muro come quello voluto da Pd e M5S sul ddl Zan. Anche Forza Italia arrivano segnali positivi, perché Silvio Berlusconi è favorevole alla proposta lanciata dal segretario da Letta. Anzi, gli azzurri ricordano come, a più riprese, avevano chiesto che la legge di Bilancio fosse “espansiva, per favorire la ripresa”, anche alla luce del deciso balzo in avanti del Prodotto interno lordo dopo il crollo dovuto alla crisi pandemica dello scorso anno.
Nel dibattito pesa anche la posizione di chi, come Luigi Di Maio, continua a chiedere uno stop al toto-nomi, soprattutto per “proteggere” quello il presidente del Consiglio: “Ora che stiamo per approvare la legge di Bilancio, se si da al Parlamento il segnale sbagliato, rischiamo di compromettere il lavoro sulla manovra. Draghi ha tutto il nostro sostegno”, ribadisce il ministro degli Esteri. Che chiede cautela anche sulla figura di Sergio Mattarella: “Se portiamo il premier, o anche il presidente della Repubblica uscente, nel dibattito sul Quirinale, indeboliamo le istituzioni”. Esattamente il pericolo che una parte consistente di maggioranza sta cercando di evitare. Anche se la partita del Colle, ogni giorno di più, diventa sempre più centrale.
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