Il capo dello Stato alla manifestazione a Palermo organizzata dalla Fondazione Falcone
(LaPresse) “Nel 1992 Giovanni Falcone e Paolo Borsellino furono colpiti perché, con la loro professionalità e determinazione, avevano inferto colpi durissimi alla mafia, con prospettive di ulteriori seguiti di grande efficacia, attraverso una rigorosa strategia investigativa capace di portarne allo scoperto l’organizzazione. La mafia li temeva per questo: perché avevano dimostrato che essa non era imbattibile e che lo Stato era in grado di sconfiggerla attraverso la forza del diritto”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla manifestazione al Foro Italico di Palermo per il 30esimo anniversario della strage di Capaci organizzata dalla Fondazione Falcone. Il capo dello Stato ha aggiunto: “Altrettanto significativa fu la risposta della società civile, che non accettò di subire in silenzio quella umiliazione e incoraggiò il lavoro degli investigatori contribuendo alla stagione di rinnovamento. Neanche questo la mafia aveva preventivato. Come non aveva previsto il movimento culturale che, a partire da quei giorni, ha animato il Paese, trasformando questa dolorosa ricorrenza in un’occasione di continua crescita per promuovere nuove forme di cittadinanza attiva”.
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