Ok del Cdm al decreto che prevede misure per alleggerire l'impatto del caro energia anche nel terzo trimestre
Via libera definitivo del Consiglio dei ministri al decreto bollette che prevede misure per alleggerire l’impatto del caro energia anche nel terzo trimestre. Il testo era già stato approvato la scorsa settimana ma è tornato sul tavolo di palazzo Chigi per qualche novità. “In mancanza di questa approvazione ci sarebbe stato un disastro – ha spiegato in conferenza stampa il premier, Mario Draghi – I cittadini avrebbero ricevuto bollette senza agevolazioni con rincari fino al 35-40%”. Lo conferma Arera, sottolineando che “il quadro generale avrebbe determinato, in assenza di interventi, una variazione intorno al 45% della bolletta gas e al 15% di quella elettrica” quando invece nell’aggiornamento delle tariffe diffuso in serata per il terzo trimestre per la famiglia tipo in tutela si registra solo un lieve incremento per la bolletta dell’elettricità, +0,4%, mentre rimarrà stabile la bolletta gas, senza alcuna variazione.
Il nuovo decreto prevede che il bonus sociale per l’energia elettrica destinato ai cittadini economicamente svantaggiati o in gravi condizioni di salute sia riconosciuto dal 1 gennaio anche retroattivamente, a chi presenterà in corso d’anno la certificazione di un reddito di 8 mila euro per il primo trimestre e 12 mila per il secondo e terzo trimestre 2022, ottenendo lo sconto nella prima bolletta successiva oppure, se non possibile, un rimborso delle somme extra versate entro tre mesi. Confermato anche per luglio, agosto e settembre l’azzeramento degli oneri generali di sistema le utenze domestiche e non domestiche in bassa tensione, e per quelle con potenza disponibile superiore a 16,5 kw, in genere piccoli negozi, piccole e medie imprese, attività artigianali, commerciali o professionali, capannoni e magazzini, o ancora per usi di illuminazione pubblica o di ricariche pubbliche di veicoli elettrici. Sono inoltre assoggettate all’Iva al 5% le somministrazioni di gas metano per usi civili e industriali e sono mantenute al livello del secondo trimestre le aliquote relative agli oneri generali di sistema per il gas naturale. È prevista una ulteriore riduzione degli oneri di sistema per il settore del gas con particolare riferimento agli scaglioni di consumo fino a 5.000 metri cubi all’anno. Parte delle risorse – 3,044 miliardi di euro, mentre la versione della prossima settimana prevedeva una cifra leggermente superiore, 3,27 miliardi – arriveranno dalla tassa sull’extragettito delle imprese del gas, che dovranno versare ogni mese dal ottobre a dicembre (nella precedente versione si indicava il periodo compreso tra l’1 luglio 2022 e il 31 marzo 2023) il 10% della differenza, “se positiva, tra la componente CMEM (costo medio efficiente del mercato) determinata da ARERA e il prezzo medio di importazione risultante dal medesimo contratto per i quantitativi di gas naturale destinati al mercato italiano importati oggetto del medesimo contratto, al netto dei quantitativi destinati all’iniezione in stoccaggio”. Invece ai soggetti in perdita “sono restituiti gli importi precedentemente versati nei limiti del valore della perdita”. Previsto anche l’incentivo agli stoccaggi con il prestito al Gse di 4 miliardi per acquistare gas naturale “al fine di contribuire alla sicurezza degli approvvigionamenti”, anche tramite accordi con società partecipate direttamente o indirettamente dallo Stato e attraverso lo stretto coordinamento con l’impresa maggiore di trasporto. “L’andamento degli stoccaggi finora è buono, siamo vicini al 60% (il dato di oggi è del 58,01%, ndr) e confidiamo di arrivare all’obiettivo previsto entro novembre”, ha assicurato Draghi.
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