Sono ore calde e di attesa sul fronte dei provvedimenti, con le regioni che attendono lo stato d'emergenza

“Il contrasto alla siccità richiede un approccio multidisciplinare. Occorre accelerare le azioni strutturali per l’uso sostenibile della risorsa idrica: potenziamento degli strumenti conoscitivi e di intervento da una parte, e dall’altra la manutenzione delle reti e degli invasi, la depurazione delle acque, l’agricoltura di precisione”. E’ quanto la sottosegretaria al Mite Ilaria Fontana riferisce a LaPresse parlando dell’emergenza siccità e delle misure che oggi saranno decise dal governo. Sono ore calde e di attesa sul fronte dei provvedimenti, con le regioni che attendono lo stato d’emergenza: “In queste ore sono allo studio misure urgenti per la prevenzione e contrasto per il fenomeno in atto attraverso un provvedimento ad hoc – spiega Fontana – L’obiettivo è aumentare la resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici, contestualmente riducendo l’annoso problema legato alle dispersione di risorse idriche”. In ottica futura, fondamentale appare la tutela della risorsa idrica, definita da Fontana “una priorità per il Ministero della Transizione ecologica e per tutte le istituzioni coinvolte ad ogni livello. Per poter arginare le criticità e con esse anche i pericoli, è necessario potenziare e strutturare l’attività di previsione e programmazione senza che si debba arrivare a situazioni emergenziali”, specifica Fontana, ricordando che “non possiamo tuttavia dimenticare che già abbiamo dovuto fare i conti con fenomeni di siccità altamente significativi come quelli che si sono verificati nel 2017, e ancora prima nel 2007 e il 2008. Stiamo lavorando per il rafforzamento del monitoraggio e della previsione, utilizzando indicatori e indici di allerta”. Da più parti nei giorni scorsi sono state invocate misure di coordinamento nazionale e dalla bozza di governo emerge la figura di un commissario: “È fondamentale garantire l’azione effettiva ed efficace degli osservatori sull’intero territorio nazionale attraverso il Comitato di coordinamento nazionale. Sicuramente le nuove tecnologie di osservazione, in situ e da remoto, finanziate anche dal Pnrr, possono consentire di migliorare le tempistiche di intervento. Non dobbiamo dimenticare il ruolo significativo svolto dalle Autorità di bacino distrettuale, con particolare attenzione alle loro competenze nella pianificazione e gestione delle risorse idriche”.
Da più parti si reclama un catasto nazionale delle risorse idriche, secondo il Mite però “è necessario che ciascuna Regione così come ogni altro soggetto coinvolto nella gestione della risorsa idrica, a maggior ragione in condizione di scarsità, abbia un quadro chiaro della quantità e qualità della risorsa idrica utilizzata o comunque autorizzata”. Per quanto riguarda l’ausilio del governo, “stiamo lavorando, nel rispetto delle prerogative di ciascuna autorità competente, affinché vi sia una banca dati a scala distrettuale, interoperabile con i catasti regionali – specifica la sottosegretaria – delle concessioni delle utilizzazioni delle acque pubbliche, naturalmente comprensivo delle tipologie di uso, affinché sia consentito di conoscere la ripartizione idrica tra i diversi usi e di poter assumere le decisioni per la gestione dell’eventuale emergenza da parte degli organi della Protezione Civile e delle altre autorità competenti coinvolte. Dunque va ribadita l’importanza dei dati e degli indicatori che devono essere prodotti dagli osservatori”.

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