Prima riunione operativa a Montecitorio dopo la caduta dell'esecutivo Draghi. Ci saranno Berlusconi, Meloni, Salvini, Lupi e Cesa. Obiettivo è ritrovare l'unità. Il leader della Lega: "Chi prende un voto in più vince, sceglie e governa"
Un vertice per parlarsi a quattr’occhi sul da farsi in vista delle prossime elezioni. I nodi sono la premiership e le scelte per i collegi uninominali. Il tempo stringe, tra meno di un mese dovranno essere presentate le liste e le sfumature sono diverse fra i partiti. Le distanze restano e la concorrenza scalpita. Sarà una riunione operativa quella in programma nel tardo pomeriggio di mercoledì a Montecitorio. La prima dopo la caduta del governo Draghi. A Roma ci sarà anche il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che tornerà a sedersi attorno a un tavolo insieme a Giorgia Meloni e Matteo Salvini, come non accadeva dal 17 maggio scorso nell’ultimo vertice ad Arcore. Ma saranno presenti pure i centristi di Noi con l’Italia e dell’Udc.
Ritrovare l’unità è un obiettivo, ma il gioco di posizionamenti prosegue. L’ultimo sondaggio Swg dà Fratelli d’Italia al 25% davanti al Pd (23,2%), La Lega al 12,4% e Forza Italia al 7,1%. Insomma, i rapporti di forza sono cambiati rispetto al passato e Giorgia Meloni chiede che si tenga conto anche di questo e non solo dei risultati delle ultime elezioni del 2018, con il Carroccio davanti a FI e FdI, nel momento in cui si andranno a stilare le liste. In cui non comparirà questa volta Mara Carfagna, fresca di addio a Forza Italia, che commenta: “Lo scorso 20 luglio si è varcato il Rubicone. Lo strappo è così determinante, segna con forza un ‘prima’ e un ‘dopo’, uno spartiacque. La mancata fiducia a Draghi indica la rinuncia a ogni autonomia della componente liberale dalla destra sovranista”. E in una lettera all”Huffington Post’ chiarisce: “Ho imparato a conoscere l’Italia moderata, l’Italia stanca di avventure, che vuole meno fuochi di artificio e più fatti. È l’Italia moderata in cui mi sono sempre riconosciuta, quella che manda avanti l’economia, la società, le famiglie: merita il nostro rispetto, non nuovi inganni”.
Intanto, alla vigilia del vertice alla Camera, Salvini prova a gettare acqua sul fuoco: “Meno tempo si passa a litigare e meglio è. Nella riunione di domani inviterò Berlusconi e Meloni a parlare di temi, a concentrarsi su un’idea di Italia, li inviterò a concentrarci su cosa faremo dal 26 settembre”. “Sceglieranno gli italiani – aggiunge – non vedo perché mettere in discussione alleanze, programmi. Chi prende un voto in più vince, sceglie e governa. Non capisco il problema. Il centrodestra è finalmente compatto dopo tre anni: non capisco perché trascorrere le giornate a discettare di leadership, colleghi, candidature. È tempo perso”. Il premier? “Non riesco ad appassionarmi a questo problema, e non credo appassioni gli italiani. Agli italiani interessano le nostre proposte”, taglia corto il Cavaliere. Mentre da FdI, che per giovedì ha convocato la direzione nazionale alle 12 alla Camera allargata a parlamentari e coordinatori regionali, il deputato Giovanni Donzelli non le manda a dire: “Stiamo tutti insieme con le stesse regole che avevano inventato Forza Italia e Lega quando noi eravamo piccolini, noi le abbiamo sempre riconosciute, riconosciamole anche adesso”. Dal canto suo, Maurizio Lupi assicura che “a noi non fa paura la Meloni. Fa paura alla sinistra perché, pur di vincere, deve identificare un nemico”.
Intanto, in Lombardia la tensione è altissima. Tra il governatore Attilio Fontana e la vicepresidente Letizia Moratti, entrambi intenzionati a correre per le elezioni regionali, il duello prosegue. “Se si sente a disagio, ci sono tante opportunità”, sottolinea il presidente. Che aggiunge: “Bisogna cercare di capire dove eventualmente intende candidarsi: ho letto nel centrodestra, nel centrosinistra, è intervenuto anche Letta per smentire una candidatura al centro. Io Moratti la incontro molto spesso, parliamo di tanti problemi, come del piano per le vaccinazioni. A me non ha mai detto niente, quindi bisogna cercaredi capire quello”. E a stretto giro arriva la replica a distanza della vicepresidente: “Io ho dato la mia disponibilità al centrodestra in Regione e la riconfermo. Credo sia doveroso e urgente un chiarimento con il centrodestra. Aspetto delle risposte, dopodiché mi sentirò libera e indipendente come sono sempre stata di fare autonomamente le mie scelte”.
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