Bufera su faccia a faccia tra la numero di Fdi Meloni e il leader dem

 Si scaldano i motori in vista della partenza della campagna elettorale che scatterà ufficialmente da martedì, dopo la consegna – tra domani e dopodomani – delle liste dei candidati al Senato e alla Camera da parte dei partiti agli uffici elettorali in vista del voto del 25 settembre. Giuseppe Conte ha attaccato frontalmente il segretario del Pd, Enrico Letta, sul tema dei salari. “Caro Enrico – afferma il leader M5S – possiamo anche illuderci che con Draghi ‘sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno’. Esci dalla nostalgia, la realtà dell’agenda Draghi sono 6 euro in più al mese per i lavoratori a più basso reddito. Due colazioni al bar”. Le parole dell’ex premier sono arrivate in risposta a un tweet del segretario dem, che sul social ha annunciato una mensilità di stipendio in più contro il carovita tra i punti del programma elettorale. Una “promessa”, ha affermato Letta che “stavamo per realizzare esattamente un mese fa, quando Conte, Berlusconi e Salvini facevano cadere il governo Draghi”, gli stessi “per tornare al voto lo hanno impedito”. Dal Centro il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, fondatore di Impegno civico, ha messo in guardia gli elettori sul “trio sfascia-conti” Salvini-Berlusconi-Meloni e rilanciato le sue proposte su salario minimo (ma non per legge), mutui agevolati ai giovani under 40 e tetto al prezzo del gas. Il tema delle bollette è stato toccato anche dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che in una intervista a Tgcom ha chiesto immediati “interventi tampone” contro “un’emergenza nazionale” – quella dei rincari – che sta colpendo famiglie e imprese. “Solo noi parliamo di contenuti, mentre i nostri avversari continuano la solita campagna di falsificazioni e di calunnie. Questo perché le sinistre stanno insieme solo per tentare di conservare il potere che gestiscono da molti anni e senza aver mai vinto le elezioni”, ha detto il Cav, che nella sua pillola del giorno dedicata al programma Fi ha promesso anche “un milione di alberi e boschi intorno alle città”. A tenere banco nella giornata politica anche la questione dei confronti in tv, dopo la notizia dei due confronti all’americana organizzati tra Enrico Letta e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: il primo faccia a faccia – della durata di un’ora – sarà trasmesso sul sito del Corriere della sera, il 12 settembre mentre il secondo si terrà su Rai 1 il 22 settembre, nel ‘salotto’ di Bruno Vespa che per l’occasione andrà in onda in prima serata. “Neanche in Russia la televisione pubblica organizzerebbe un confronto due giorni prima del silenzio elettorale escludendo due coalizioni”, ha protestato il leader di Azione Carlo Calenda, chiedendo l’intervento immediato dell’Agcom. La trasmissione Porta a Porta, tuttavia, si è detta “pronta ad ospitare anche altri confronti”, spiegando che nella stessa serata della sfida Letta-Meloni sono stati invitati a partecipare anche Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Carlo Calenda. Il comunicato del programma, però, non è bastato a spegnere le polemiche. “È evidente una palese violazione della par condicio se rimanesse questo schema”, hanno affermato Europa Verde e Sinistra Italiana, minacciando esposti. Mentre +Europa ha parlato di un “evidente refuso” nella lista dei leader invitati al programma: “L’assenza di Emma Bonino”.

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