L'emendamento soppressivo è stato presentato dal Governo. Il decreto tornerà al Senato il 20 settembre
La commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento del Governo al decreto Aiuti bis che sopprime l’articolo 41 bis introdotto dal Senato. Salta quindi la deroga e torna per tutti i manager delle forze armate e della Pa il tetto allo stipendio di 240mila euro l’anno. Il testo, modificato, è atteso per la terza lettura al Senato il 20 settembre.
Dopo aver espresso il suo “disappunto” nella serata di ieri per la norma del Decreto Aiuti Bis che introduce una deroga al tetto massimo di 240mila euro per gli stipendi dei manager delle pubbliche amministrazioni, il Governo ha presentato l’emendamento soppressivo, volto a eliminare il “trattamento economico accessorio” che, secondo la nuova norma, era possibile disporre per le figure apicali delle forze dell’ordine, delle forze armate e delle pubbliche amministrazioni. Il decreto approderà domani nell’aula della Camera.
Un emendamento per eliminare la norma era stato presentato anche dal Partito Democratico: lo ha annunciato la capogruppo alla Camera, Debora Serracchiani, aggiungendo: “Approviamo la decisione del Governo di intervenire subito”. E, come annunciato dalla presidente dei deputati di Italia Viva, Maria Elena Boschi, anche il partito con a capo Matteo Renzi aveva chiesto che venga completamente ripristinato il massimo di 240mila euro lordi all’anno per gli stipendi pubblici, introdotto nel 2014 proprio dal governo Renzi. “Con il nostro emendamento riportiamo il Parlamento in connessione con la realtà e al fianco delle cittadine e dei cittadini che stanno attraversando una profonda crisi economica”, ha detto.
Infine il capogruppo M5S a Montecitorio, Francesco Silvestri aveva chiesto al Governo di “fermare questa ennesima follia” e annunciato il deposito di un emendamento anche da parte dei pentastellati: “Sembra veramente di osservare il mondo al contrario: mentre famiglie e imprese soffrono sotto il peso dell’inflazione e del caro-energia, si toglie ogni limite per dare super stipendi ai manager di Stato”. Il presidente del Movimento, Giuseppe Conte, aveva criticato via Twitter il leader del Pd Enrico Letta, reo a suo dire di aver votato a favore della norma ‘incriminata’: “Enrico, un buon tacer non fu mai scritto”, ha risposto al tweet con cui Letta aveva plaudito alla scelta del governo di chiedere la soppressione della norma.
Critiche sulla norma erano state espresse anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato, secondo quanto si è appreso in ambienti parlamentari di maggioranza, in una conversazione con Mario Draghi avrebbe manifestato perplessità su una norma inopportuna, visto anche il momento difficile attraversato dagli italiani a causa degli aumenti legati alla crisi energetica.
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