Proseguono gli strascichi del voto contrario di Fratelli d'Italia e Lega all'Europarlamento di Strasburgo sulla condanna dell'Ue all'Ungheria

Dopo le ricette economiche, con i sì (Lega) e i no (FdI e Forza Italia) allo scostamento di bilancio da 30 miliardi, è la politica estera a creare spaccature all’interno della coalizione di centrodestra, in vista delle elezioni del 25 settembre. Gli strascichi del voto contrario di Fratelli d’Italia e Lega all’Europarlamento di Strasburgo sulla condanna dell’Ue all’Ungheria di Viktor Orban, proseguono. Giorgia Meloni e Matteo Salvini sminuiscono la questione sottolineando la volontà democratica del popolo ungherese, che ha riconfermato Orban alla guida del Paese alle ultime elezioni. “In politica estera Forza Italia ha posizioni molto chiare: noi siamo dalla parte dell’Occidente, dell’Europa e della Nato. Abbiamo sempre difeso lo Stato di diritto, la democrazia e la libertà”, dice a chiare lettere il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, da Napoli. E Silvio Berlusconi rincara la dose, rivendicando il “ruolo fondamentale” ricoperto da FI nella coalizione, con “il compito di garantire il profilo liberale, cristiano, garantista, europeista, atlantico nella guida del Paese. Noi – sottolinea – rappresentiamo in Italia il Partito popolare europeo”. C’è di più, perché il Cavaliere torna a battere il tasto sulla richiesta di una difesa comune europea nella sua ‘pillola quotidiana’ del programma sui social: “Dobbiamo coordinare tutte le forze militari di tutti i Paesi europei e dobbiamo darci una politica estera comune. L’Europa, se vuole essere in grado di difendersi da eventuali attacchi futuri, deve diventare una potenza militare di livello mondiale. Noi, il nostro governo, lavoreremo a Bruxelles per arrivare a questo risultato”.

Dal canto suo, invece, Salvini, alla vigilia del raduno leghista di Pontida a cui è atteso anche il Senatur, Umberto Bossi, chiarisce che “l’Ungheria ha appena rieletto il suo presidente del Consiglio, hanno votato gli ungheresi. Quando la gente vota, noi rispettiamo il voto. Spero che altri rispettino il voto degli italiani”. Parole sulla falsariga di quelle pronunciate nelle ultime ore da Meloni, secondo cui Orban “ha vinto democraticamente le elezioni”. Il segretario del Pd, Enrico Letta, che per domani ha organizzato una contro-Pontida a Monza con i sindaci dem, attacca: “Credo che queste frasi di Meloni e Salvini dimostrino una scarsa conoscenza di quali sono le regole fondamentali con cui si riconosce un sistema democratico. Se vincessero loro, io temo che finirebbe la pacchia per il nostro Paese”. E gli fa eco il ministro degli Esteri e leader di Impegno civico, Luigi Di Maio: “Salvini, Meloni e Berlusconi sono alleati di Orban. Il rischio non è l’alleanza, il problema è che ci isoleranno in Europa e perderemo i soldi dell’Europa”.

Intanto, a proposito dei rapporti nel centrodestra, la leader di Fratelli d’Italia prova a spegnere le polemiche così: “Per quello che riguarda Salvini e Berlusconi, mi sento assolutamente ottimista. Credo assolutamente che non ci saranno problemi. Per carità, ci può essere adesso qualche piccola polemica, ma siamo in campagna elettorale, è normale”. E lo stesso Salvini, a Milano per un evento sulla flat tax, predica ottimismo: “Ci vogliono litigiosi. Con Giorgia e con Silvio non litigheremo e per cinque anni si rema nella stessa direzione”.

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