Quattro ministeri di peso – Viminale, Infrastrutture e Trasporti, Riforme (in chiave Autonomia) e Agricoltura. Ma anche la presidenza del Senato a cui ambisce Roberto Calderoli. Il leader della Lega Matteo Salvini riunisce alla Camera il Consiglio federale che ratifica la lista dei desiderata del partito per i ministeri del nascente governo di centrodestra, a probabile guida Meloni. Un confronto con i dirigenti leghisti durato circa due ore e mezza, durante il quale Salvini indica anche le priorità che dovranno caratterizzare l’agenda del prossimo esecutivo: interventi contro il caro-bollette in primis, ma anche flat tax e ‘quota 41’, con buona pace dello stop arrivato dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.
Alla riunione negli uffici della Lega a Montecitorio partecipano i governatori Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Luca Zaia (Veneto) e Attilio Fontana (Lombardia) – gli ultimi due in collegamento – i capigruppo alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo – i tre vice-segretari Giancarlo Giorgetti, Lorenzo Fontana e Andrea Crippa, oltre ai responsabili regionali. Unanime, come già avvenuto nella riunione con i nuovi parlamentari eletti di settimana scorsa, la richiesta per un bis di Salvini al ministero dell’Interno. Mentre i governatori del Nord spingono per l’istituzione di un dicastero per le Riforme che si occupi in particolare dell’Autonomia – per la guida si pensa a Calderoli, qualora a palazzo Madama fosse scelto Ignazio La Russa- ancora incompiuta nonostante il plebiscito ai referendum del 2017 celebrati in Lombardia e Veneto. Altri ministeri chiave per la Lega sarebbero poi quello all’Agricoltura – per il quale sarebbe in pole Gian Marco Centinaio, che ha già ricoperto il ruolo nel governo gialloverde – e il MiT, per il quale si fa il nome di Edoardo Rixi, già sottosegretario e responsabile del partito alle Infrastrutture e Trasporti. “Di nomi – a parte quello di Salvini al Viminale – non si è parlato”, assicura tuttavia chi ha partecipato al summit con il Capitano. Una versione confermata da Giorgetti – per lui si ipotizza la presidenza della Camera – secondo cui Salvini resta invece “il candidato naturale al Viminale”
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“Siamo pronti a un governo di centrodestra, finalmente scelto dagli italiani, un governo politico che lavorerà per 5 anni, senza beghe e senza litigi come a sinistra si augurerebbero”, dichiara Salvini in un video diffuso al termine del Consiglio. “Priorità assoluta” del prossimo esecutivo, per la Lega, è “bloccare l’aumento delle bollette di luce e gas”. Di tutto il resto – flat tax fino a 100 mila euro di fatturato e azzeramento della legge Fornero sulle pensioni – “si potrà parlare più avanti” ma, sottolinea il caGopo leghista, “saranno passaggi assolutamente fondamentali”. Così come fondamentale sarà applicare l’Autonomia regionale “per dare più poteri a governatori e sindaci”. Aprendo la riunione, Salvini mostra la prima pagina di oggi del quotidiano la Repubblica che titola ‘Assedio a Salvini’. “C’è un brutto clima, la sinistra rischia di alimentare odio e violenza politica individuando bersagli precisi”, commenta il segretario. Resta fuori dal confronto, invece, il tema della nuova corrente ‘nordista’ lanciata Umberto Bossi. Il fondatore “è preoccupato per la Lega, perché soffre molto che ci sia una disaffezione soprattutto al Nord“, racconta ai cornisti Paolo Grimoldi, incaricato dal Senatur di dare una struttura al ‘Comitato del Nord’ insieme all’eurodeputato, Angelo Ciocca. Con lui, al Pirellone, anche Toni Iwobi, senatore uscente rimasto escluso dalle liste dei candidati del Carroccio alle politiche.