Il ministro delle Imprese e del Made in Italy: "Realizzeremo un piano siderurgico nazionale"
Il governo interviene sulla questione ex Ilva di Taranto e lo fa attraverso le parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. “La strategia dell’esecutivo è quella di delineare il futuro per l’acciaieria italiana. Col tempo realizzeremo un piano siderurgico nazionale, che tenga insieme i vari siti produttivi e rispetti le rispettive vocazione non solo a Taranto, ma anche a Terni e a Piombino”, ha dichiarato Urso, a margine del forum sulle telecomunicazioni in corso all’Università Luiss di Roma, rispondendo a chi gli chiedeva quale sarà l’approccio del Governo rispetto alla situazione di Acciaierie d’Italia denunciata in una lettera scritta e inviata al ministro dai leader metalmeccanici, che chiedono al dicastero un incontro urgente. “Su questo dossier strategico come su tutti gli altri ho preso visione fin dall’inizio del mio mandato”, ha concluso.
Sindacati: “Incontro urgente per rilancio”
I segretari generali di Fim-Cisl Roberto Benaglia, Fiom-Cgil Michele De Palma e Uilm-Uil Rocco Palombella hanno chiesto al governo un “urgente incontro per affrontare la drammatica situazione produttiva ed occupazionale in cui versa la società Acciaierie d’Italia e per finalizzare l’azione di patrimonializzazione disposta con gli ultimi provvedimenti normativi del governo precedente”. La lettera è stata inviata i ministri delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, del Lavoro Marina Calderone, e dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Picchetto Fratin e all’amministratore delegato di Invitalia Bernardo Mattarella.
“Siamo convinti che l’avvio della nuova fase di governo debba vedere nel rilancio degli investimenti e delle produzioni, nel miglioramento delle prospettive occupazionali degli obiettivi prioritari ed imprescindibili, stante anche il ruolo di azionista che lo Stato ricopre in questa società”, si legge nella missiva.
Comitato indotto: “Governo ci dica destino 6mila lavoratori”
Sulla questione è arrivato l’allarme del comitato indotto dell’ex Ilva di Taranto: “Noi non crediamo nelle rivoluzioni, noi vogliamo scegliere un percorso, fatto innanzitutto di risposte immediate a domande che da troppo tempo esigono una risposta: vogliamo sapere quale sarà il destino di 6mila lavoratori dell’indotto che soffrono da 10 anni sulla propria pelle e su quella dei propri familiari le alterne vicende di quello stabilimento”, scrive il comitato in riferimento alla situazione delle 145 ditte dell’appalto ex Ilva di Taranto.
“Oggi non ci limitiamo a chiedere, perché per troppo tempo ci siamo fatti guidare da false promesse, ci siamo fatti anestetizzare da chi ha spesso strumentalizzato le esigenze della comunità per altri fini. Noi oggi pretendiamo un impegno risolutivo per il rilancio dello stabilimento siderurgico, per la sua ambientalizzazione e per la salvaguardia dei posti di lavoro dei lavoratori diretti e dei lavoratori dell’indotto”, sostiene il comitato.
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