Parte da Milano la giornata di mobilitazione nazionale: "Il nuovo fascismo dilaga e ci opprime"

Gli studenti tornano in piazza contro il governo di Giorgia Meloni. È partita la giornata di mobilitazione nazionale ‘No Meloni day’, organizzata dai collettivi studenteschi di tutta Italia. 

A Milano, ad aprire il corteo è lo striscione “La generazione meticcia e queer in lotta per il futuro“, siglato dal Coordinamento Collettivi Studenteschi. La manifestazione, a cui partecipano centinaia di ragazzi, è partita con un forte messaggio di opposizione all’esecutivo: “Meloni è il simbolo del nuovo fascismo che striscia e dilaga, che ci opprime e che ci fa morire nell’alternanza scuola lavoro”.

“Piena solidarietà dai collettivi studenteschi ai popoli in lotta e in rivolta, dall’Iran, al Kurdistan fino all’Italia contro ogni fascismo e ogni dittatura”, hanno detto i ragazzi prima di iniziare la manifestazione.

Il corteo a Roma

 

 

Manifestazioni in oltre 40 città

“Siamo partiti in corteo in tutta Italia perché chiediamo maggiori investimenti sul diritto allo studio e un cambiamento strutturale del sistema di istruzione pubblica – affermano gli studenti in piazza -. In oltre 40 città stiamo manifestando per scuole e università accessibili e gratuite. Nel contesto attuale di guerra e crisi economica l’aggravamento delle condizioni materiali sta determinando abbandono scolastico e universitario e precarietà giovanile. Abbiamo bisogno che la politica ci ascolti, il governo attuale non ci rappresenta, perché è un governo che difende potenti e privilegi, reprime dissenso, libertà e diritti civili. Gli spazi democratici stanno venendo tagliati, la nostra voce viene continuamente zittita con la violenza, non lasciandoci nessuno spazio di decisionalità. Vogliamo poter decidere sulle nostre vite, sui nostri percorsi lavorativi, scolastici e universitari!”.

“Da decenni ormai le scuole non si trovano nelle priorità della politica, mentre il livello di dispersione scolastica cresce a dismisura – dichiara la coordinatrice dell’Unione degli Studenti Bianca Chiesa – siamo scesi in piazza perché una legge nazionale sul diritto allo studio, l’abolizione dei PCTO a favore dell’istruzione integrata, strumenti di maggiori rappresentanza e protagonismo studentesco, investimenti sull’edilizia, sportelli psicologici e carriere alias, un nuovo statuto dei diritti degli studenti che garantisca il diritto allo sciopero”.

200 studenti in piazza a Cagliari

Armati di megafoni e striscioni, circa 200 studenti hanno partecipato alla manifestazione di protesta, da piazza Repubblica sino al palazzo del Consiglio regionale in via Roma, a un mese esatto dal crollo dell’aula Vardabasso, all’Università di Cagliari, per chiedere “più fondi alle scuole e stop al finanziamento delle guerre”. “La mobilitazione è stata indetta dal sindacato studentesco Uds, gestito da studenti delle scuole superiori, a cui si sono uniti, ritrovando una causa comune, gli studenti universitari. Nello specifico aderiscono coloro che dopo il crollo dell’aula Vardabasso hanno portato avanti la protesta sotto il rettorato, per poi riunirsi in assemblea e occupare per 6 giorni l’aula Capitini, nel polo di Sa Duchessa. Gli universitari chiedono un’Università pubblica effettiva, che garantisca il diritto allo studio e la dignità, non solo degli studenti, ma di tutti gli abitanti d’ateneo. Tanti gli slogan urlati durante il corteo: “No all’alternanza scuola-morte, vogliamo decidere noi”, “basta con la scuola dell’oppressione”, “l’Università crolla e gli studenti insorgono”. Critiche e insulti, durante il corteo, al Partito democratico, contestato apertamente dai promotori della manifestazione

 

 

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