Il ministro della Protezione civile e delle Politiche del mare: "Adesso serve una normativa speciale, ad hoc, che rimetta ordine nella materia"
La tragedia di Ischia “probabilmente” si poteva evitare se “si fossero adottate le misure per mitigare il rischio: 175 millimetri di pioggia in meno di 24 ore, che si registrano normalmente in un anno, sono un evento che fino a ieri definivamo ‘straordinario’. Ma ormai, come ci indicano tante altre alluvioni, dobbiamo cambiare i nostri codici”. Lo ha detto il ministro della Protezione civile e delle Politiche del mare, Nello Musumeci, in un’intervista a La Repubblica. Secondo Musumeci non è possibile, al momento, eslcudere catastrofi simili a quella di Ischia. “Temo di no, purtroppo. Perché non si è fatto, nei decenni, quanto era necessario, spesso nelle stesse aree dove i fenomeni si sono storicamente ripetuti. A Ischia, come a Giampilieri, in Sicilia, come nelle Marche, le calamità si sono ripresentate a distanza di pochi anni. In questo caso, l’inattività o i ritardi non sono ammissibili“.
Sulle polemiche in merito al condono, Musumeci ha commentato: “Non mi iscrivo al partito trasversale della polemica, quando ancora si scava per il recupero dei dispersi. Tuttavia, non credo si possa legare in modo diretto e immediato la tragedia di Ischia a una singola legge o a un solo episodio parlamentare. La verità è che — condono o no — alcune di quelle case non avrebbero dovuto mai essere costruite sull’Isola”. “L’istituto del silenzio-assenso non mi pare, in questi casi specifici, lo strumento più adatto alla tutela dell’interesse pubblico”, ha detto ancora Musumeci, aggiungendo che “l’abusivismo edilizio è una ‘pandemia politica’ che ha contagiato tutte le aree della nazione negli ultimi 50 anni. E le responsabilità vanno ricercate a ogni livello. Quella che adesso serve è una normativa speciale, ad hoc, che rimetta ordine nella materia”.
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