Il presidente della Repubblica è intervenuto al Politecnico federale di Zurigo: "Lo scambio delle idee favorisce la coscienza critica"

“Sin dall’inizio dello scorso Millennio, le Università sono state alla base e alle fondamenta dell’Europa, offrendo un tessuto connettivo e favorendo una prima forma di integrazione nell’ambito di quella respublica literaria che per secoli ha unito i migliori spiriti del continente. Nelle Università, infatti, si incontravano, discutevano e costruivano teorie, persone, docenti e studenti di ogni parte d’Europa, dibattendo spesso con margini più ampi di quelli previsti dagli stessi ordinamenti dell’epoca, in nome della libertà della cultura”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al Politecnico federale di Zurigo. “Il Politecnico Federale – frutto della stagione della “rigenerazione” e delle idealità più elevate contenute nella Carta Costituzionale del 1848 – sin dalla sua fondazione ha fatto proprio e sviluppato ulteriormente il patrimonio ideale delle universitas studiorum europee, offrendo all’insegnamento e alla ricerca un terreno fertile nel quale crescere e produrre i loro risultati migliori”, aggiunge. 

Lo scambio di idee e l’incontro con giovani provenienti da diversi Paesi europei favorisce la formazione di un’autentica coscienza critica e mette in comune le esperienze. Democrazia e libertà – valori essenziali per tutti i popoli europei – hanno bisogno del sapere che le università alimentano” le parole del Capo dello Stato in Svizzera. “Non possono rinunciare al confronto delle idee e delle conoscenze che dalle università trae origine e impulso. Non possono fare a meno della ricerca e delle scienze – preziose e fondamentali – e nel contempo della cultura delle idee, necessaria per governare le tecniche, per coglierne l’impatto sull’organizzazione delle società e sui diritti, per accrescerne le ricadute positive in termini di sviluppo e crescita”, aggiunge.

La persona costituisce l’elemento di raccordo tra le varie discipline. Grazie alla centralità della persona e dei suoi valori, i diversi rami della scienza ritrovano il senso del procedere assieme, ampliando i rispettivi orizzonti” sottolinea l’inquilino del Quirinale. “Perché, come sosteneva Albert Einstein, “la grande ricerca scientifica, come l’arte, è autobiografia della specie umana, cioè storia e approfondimento di noi stessi'”, conclude.

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