Bonus 18enni, dietrofront della maggioranza su abolizione

Cambio di rotta dopo la bufera sulla cancellazione della 18App

Dopo la bufera sulla cancellazione della 18App, la maggioranza aggiusta il tiro. “Non aboliamo la App18, è una fake news, noi tuteleremo i giovani e modificheremo la App18 eliminando le storture”, annuncia il presidente della commissione Cultura di FdI Federico Mollicone, tra i firmatari dell’emendamento alla legge di Bilancio che elimina il bonus di 500 euro destinato ai diciottenni da spendere in libri, cinema, teatri e altre attività culturali.

Anche “Forza Italia condivide con la maggioranza le preoccupazioni per le storture e le truffe generate in passato dal bonus cultura per i diciottenni”, dichiarano i capigruppo al Senato e alla Camera, Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, apprezzando “la proposta del ministro Gennaro Sangiuliano di realizzare una vera carta della cultura che superi ed elimini ogni criticità del passato. I 230 milioni destinati all’App18 dovranno dunque restare indirizzati ad una misura analoga e sostitutiva: Forza Italia rimane in attesa della riformulazione dell’emendamento” per “la nascita a gennaio 2023 della nuova ‘carta della cultura’”. Il che equivale a cancellare la proposta di modifica della legge di Bilancio.  Ipotesi su cui apre anche Fratelli d’Italia: L’App18 ha mostrato di essere “permeabile a truffe ed utilizzi ben lontani dagli scopi prefissati. Attraverso l’emendamento presentato alla legge di Bilancio la maggioranza vuole rivedere e ridefinire questo strumento andando verso una ‘Carta della Cultura’” e “l’esame in Parlamento servirà a definire meglio i confini della nuova misura”, dichiarano i capigruppo a Montecitorio e palazzo Madama, Tommaso Foti e Lucio Malan.

Del resto, anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, parla di “una proposta che valuteremo in commissione”.La parziale marcia indietro della maggioranza non placa però gli attacchi dell’opposizione: “Non è che se c’è qualche errore da parte di qualcuno si elimina del tutto una misura che funziona ed è diventata un modello esportato in altri paesi”, afferma l’ex ministro dem della Cultura Dario Franceschini, mentre il leader di Italia viva Matteo Renzi si chiede: “Di cosa ha paura questa destra? Di un ragazzo che legge? O di uno che va al concerto o entra per la prima volta a teatro? Ma perché tagliare proprio sulla #18app? Ma a chi può far male la cultura?”. Il partito dell’ex premier fa sapere che è stata “raggiunta quota 20000 firme per la petizione lanciata per salvare la 18App”. Anche il settore del libro – autori, editori, librai, cartolibrai, bibliotecari – si unisce e chiede al Parlamento e al governo di ritirare la proposta di cancellazione del bonus per i neomaggiorenni.

Un appello a cui si unisce il M5S: “Il governo e la maggioranza raccolgano l’allarme del mondo del libro e della cultura in generale sulla possibile abrogazione del Bonus cultura. L’intera filiera culturale conta sugli introiti che derivano da 18App, uno strumento che grazie al Movimento 5 Stelle è stato riformato per evitare alcune storture e reso stabile”, afferma la capogruppo al Senato Barbara Floridia. Ma la di là dello specifico emendamento, la maggioranza deve stringere i tempi. Oggi la commissione Bilancio della Camera ha giudicato inammissibili circa 1000 gli emendamenti, sugli oltre 3 mila presentati. Entro domani alle 15 si procederà all’indicazione degli emendamenti segnalati per il parere del Mef, che dovrebbero essere circa 450, sui quali si comincerà a votare dal 15 dicembre. Il numero delle proposte di modifica “resta molto elevato e i tempi per una loro compiuta e attenta disamina non ci sono”, dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, lanciando “un appello alle opposizioni” a contingentarne l’esame. Il timore di non farcela c’è, e spinge il presidente del Senato Ignazio La Russa a invitare “tutte le forze politiche ad impegnarsi per evitare di arrivare, malgrado i tempi brevissimi, all’esercizio provvisorio di bilancio”, per “evitare una brutta figura all’Italia”.