Il voto dopo l'applicazione della 'ghigliottina' da parte del presidente Fontana. Le opposizioni protestano mostrando in Aula copie della Costituzione
Il decreto rave è legge. La Camera lo ha approvato con 183 voti favorevoli, 116 contrari e un astenuto in seguito alla decisione da parte della conferenza dei capigruppo convocata dal presidente Lorenzo Fontana di applicare la ‘ghigliottina’, strumento procedurale che consente di interrompere le dichiarazioni di voto per passare subito alla votazione. Il decreto doveva essere convertito in legge entro la mezzanotte di oggi, pena la decadenza. Ma, anche dopo una seduta iniziata alle 23 di ieri sera, i deputati i cui interventi erano attesi erano ancora molti.
È stata solo la seconda volta che la presidenza della Camera ha usato la ‘ghigliottina’ indicendo il voto definitivo su un decreto tagliando il dibattito in Aula. Era accaduto il 29 gennaio 2014, quando l’allora presidente di Montecitorio, Laura Boldrini, mise ai voti il decreto Imu-Bankitalia quattro ore prima che questo decadesse. La decisione adottata dalla presidenza innescò una animata reazione da parte delle opposizioni, con i deputati del Movimento 5 stelle che salirono sui banchi del governo, esibendo striscioni e scandendo slogan all’indirizzo della maggioranza. Il decreto, che prevedeva una sostanziosa rivalutazione del capitale di Bankitalia, fu approvato con 236 sì e 29 no.
Motivando la sua decisione, il presidente della Camera ha dichiarato in aula: “Nella riunione della Conferenza dei capigruppo, constatato il numero di interventi in dichiarazione di voto di finale ancora da svolgere, si è preso atto dell’impossibilità di giungere alla individuazione condivisa di un orario congruo per la deliberazione finale” sul decreto rave “in scadenza oggi. Pertanto la presidenza, considerato che tutte le fasi di esame del provvedimento si sono svolte e considerato che, nell’ambito delle dichiarazioni di voto finale in corso, tutti i gruppi hanno potuto esprimere le loro posizioni, si trova costretta nell’esercizio delle responsabilità che l’ordinamento le affida, a porre direttamente in votazione finale” il provvedimento “al fine di assicurare che la deliberazione dell’assemblea avvenga nei termini costituzionali, senza concedere la parola ai deputati che hanno fatto richiesta per dichiarazione di voto finale”.
Opposizioni in rivolta per la decisione di Fontana e per le misure contenute nel provvedimento. Al momento del voto finale i deputati del Partito democratico hanno mostrato nell’Aula della Camera una copia della Costituzione. Il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ha detto: “Il primo decreto di questo governo, l’atto che ha aperto la sua stagione politica, si conclude nel modo peggiore. Che un governo appena insediato con ampi numeri scelga di utilizzare la tagliola per approvare un decreto che altrimenti non sarebbe riuscito ad approvare perchè è arrivato colpevolmente in ritardo è un segnale di debolezza e anche un segnale grave rispetto al Parlamento“.
In un tweet, il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, ha dichiarato: “Scelta assurda e pericolosa. La maggioranza pur di far approvare le sue norme No Vax usa addirittura lo strumento estremo della ghigliottina parlamentare. Ma quelle norme sono sbagliate. Contraddette dagli atti amministrativi che il Ministero della Salute sta subito prendendo”.
Scelta assurda e pericolosa. La maggioranza pur di far approvare le sue norme #NoVax usa addirittura lo strumento estremo della #ghigliottina parlamentare. Ma quelle norme sono sbagliate. Contraddette dagli atti amministrativi che il Ministero della Salute sta subito prendendo.
— Enrico Letta (@EnricoLetta) December 30, 2022
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