Cautela però in Europa sui possibili correttivi dopo l'incontro tra la Premier e i vertici del Fondo Salva Stati
I funzionari dell’Eurogruppo si dicono ottimisti sul fatto che presto l’Italia voterà il nuovo trattato del Mes, il Fondo Salva-Stati. E l’impressione è che ormai il governo Meloni darà impulso al Parlamento per ratificare la riforma che aspetta solo l’Italia per entrare in vigore. Dopo il rigetto della Corte Costituzionale tedesca a un ricorso, anche la Germania ha dato il via libera al testo, ora ci sarebbe anche la Croazia, nuovo membro dell’euro da gennaio, ma il suo via libera appare scontato.
Lunedì il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, si è recato a Roma per incontrare il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ieri è stata la volta del direttore generale del Mes, Pierre Gramegna, che ha visto la premier Meloni. “Queste discussioni sono state molto costruttive, la mia comprensione è che il nuovo governo italiano inizierà ora a mettere in atto il processo di ratifica. Siamo ottimisti sul fatto che ciò porterà a un esito positivo”, ha affermato un alto funzionario Ue in vista della riunione dell’Eurogruppo di lunedì. I vertici dell’Eurogruppo respingono anche la richiesta di Roma di modificare il trattato, almeno per ora. La riforma dovrà “essere ratificata così come è, in quanto non ci sarà alcuna rinegoziazione”, ha aggiunto il funzionario. “In realtà è un momento abbastanza opportuno per chiederci se c’è qualcosa che potrebbe essere migliorato, ma io non vedo la possibilità che questa discussione possa iniziare prima che la ratifica di tutta la riforma sia completata”, ha aggiunto.
Ieri la presidente Meloni aveva sottolineato l’anomalia di uno strumento economico-finanziario che, pur disponendo di ingenti risorse, non viene utilizzato da lungo tempo dagli Stati aderenti nonostante la difficile congiuntura economica nella quale si trovano. La premier aveva anche auspicato la possibilità di verificare, insieme agli altri Stati aderenti al Mes, possibili correttivi volti a rendere il Meccanismo europeo di stabilità” uno strumento effettivamente capace di rispondere alle esigenze delle diverse economie”. Nella scorsa legislatura Fratelli d’Italia, ma anche la Lega e settori di Forza Italia si erano opposti all’approvazione delle modifiche al meccanismo. Il timore era di trovarsi un giorno di fronte a un piano di ristrutturazione del debito lacrime e sangue, sul modello greco, in caso di richiesta d’aiuto al fondo Salva-Stati, ma in realtà questo obbligo non è automatico. Il Mes aiuterà soltanto gli Stati il cui debito viene considerato sostenibile e che hanno bisogno di aiuto in caso di crisi finanziaria. In ogni caso, una cosa è ratificare il trattato, che per entrare in vigore in tutta l’Ue deve avere l’ok unanime degli Stati, altra cosa è richiedere i prestiti del fondo. Inoltre, da più parti era stata avanzata la richiesta di ricorrere ai soldi del cosiddetto Mes sanitario, una linea di credito messa a disposizione dal Fondo per far fronte alla pandemia. Si tratta di 38 miliardi di euro di cui potrebbe essere richiesta una parte per ristrutturare e potenziare gli ospedali e i servizi sanitari, proposta su cui il Terzo Polo insiste da tempo ma che è stata nettamente rigettata dalla premier: “L’Italia non prenderà il Mes – affermò in un’intervista -. Lo posso firmare con il sangue”.
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