La testimonianza dell'ex ministra durante il processo in cui è imputato Matteo Salvini

Luciana Lamorgese è tornata a parlare del suo mandato al ministero dell’Interno sottolineando che durante il suo mandato “solo il 10, al massimo il 15 per cento degli sbarchi, non di più, avveniva con l’aiuto delle Ong. Le percentuali sono sempre state queste. Gli altri sono arrivi autonomi sulle coste”. Le parole dell’ex ministra dell’Interno del governo “Conte 2” sono arrivate durante la sua testimonianza nel processo Open Arms che si sta celebrando nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo e dove è imputato per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini all’epoca dei fatti ministro degli Interni.

Ong ritenevano Libia porto non sicuro

Durante la sua testimonianza Lamorgese ha sottolineato che “le Ong rifiutavano sempre di sbarcare nei porti libici perché non consideravano gli scali sicuri. Tripoli ha sempre concesso il Pos ma non sono mai avvenuti sbarchi in quel porto”. L’ex ministra ha poi specificato che “le procedure sulla gestione degli arrivi dei migranti durante il periodo in cui ero ministro sono state modificate. La gestione degli sbarchi si attenevano alle regole internazionali. Non appena si avevano notizie di salvataggi in area Sar italiana informava il dipartimento delle libertà civili del ministero per iniziare l’iter che porta all’identificazione del Pos”. Lamorgese ha poi aggiunto che “fino al 2018 la competenza era del dipartimento, poi passò al gabinetto del ministero”.

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