La senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi ha commentato la relazione del ministro della Giustizia

Ilaria Cucchi contro il ministro Nordio: “Con queste regole non ci sarebbe stato processo per la morte di Stefano Cucchi“, ha detto in Aula. “L’Italia spende meno di altri paesi europei per la giustizia, è ventiduesima per numero di magistrati in proporzione alla popolazione ed è uno degli ultimi, fra quelli appartenenti all’Ocse, per lentezza delle cause civili. L’art. 111 della Costituzione viene travolto dalla lunghezza dei processi penali con danni irreparabili per indagati e vittime dei reati.  E la soluzione proposta è tagliare in modo lineare i processi penali, introducendo nuove scellerate regole di giudizio che, con i riformati articoli 408 e 425 del codice di procedura penale, si dà ai Gip e ai Gup la possibilità di proseguire con i procedimenti solo quando sono ragionevolmente convinti della previsione di condanna degli indagati, mentre fino a ieri era sufficiente che giustamente ritenessero opportuno e doveroso la celebrazione del dibattimento. In questo modo saranno già considerati colpevoli gli imputati rinviati a giudizio, in barba alla Costituzione. Tanti importanti processi per gravissimi reati non avrebbero potuto raggiungere la verità e fare giustizia”. Lo ha affermato in Aula la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi sulla relazione del ministro Nordio sull’amministrazione della Giustizia.

“Faccio esempi importanti come il processo Aldrovandi e il processo Bergamini che si sta tuttora celebrando a 32 anni dalla sua uccisione e dopo ben due archiviazioni. E infine il processo che ho vissuto in prima persona dopo 160 udienze e 16 gradi di giudizio: quello per l’uccisione di mio fratello Stefano. Ebbene, queste scellerate modifiche non ne avrebbero consentito la celebrazione. Non ci saranno mai altri casi come questi perché non sarà consentita la celebrazione dei processi. Ci saranno tanti imputati figli di nessuno ritenuti colpevoli senza processo e tante vittime senza possibilità di ottenere verità e giustizia”, ha aggiunto Cucchi.

Lancio oggi – ha affermato la senatrice – un vero e proprio grido di dolore per lo scempio che ci si appresta a fare della Costituzione in materia di Giustizia. I cittadini percepiscono la giustizia come inadeguata ed incapace di assicurare la tenuta del patto sociale. La colpa, per la verità, non è del ministro Nordio o della maggioranza che la sostiene. Però il ministro eviti di assumersela con le riforme che ha annunciato di voler fare. Dia un taglio netto con il passato, non si renda corresponsabile di tale scempio. Qualcuno ha detto che questa riforma è buona perché suscita tante critiche. Vuol dire che ha vissuto poco, come ho fatto io, nelle aule giudiziarie. Non si può aziendalizzare il sistema giustizia tagliando indiscriminatamente il numero dei processi. Resta un miraggio la tanto sbandierata e sicuramente utile depenalizzazione delle migliaia di reati minori bagatellari che ingolfano i tribunali. Il rischio è che sarà ancora di più un processo per ricchi e potenti a danno dei cittadini normali o, peggio, dei più deboli. Penso di interpretare la supplica, il grido che viene dal Paese di sotto, quello fragile, il più colpito da questo impianto legislativo: no alle riforme del ministro Nordio”.

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