Matteo Salvini si dice "molto soddisfatto" per il cronoprogramma di riforme della maggioranza

Dal Terzo polo arriva l’alt al presidenzialismo. Carlo Calenda, insieme alla delegazione di Azione e Italia viva, incontra la ministra per le Riforme Elisabetta Casellati e ribadisce la linea: “Siamo nettamente contrari e indisponibili sul presidenzialismo. La presidenza della Repubblica è l’unica istituzione che gode della fiducia dei cittadini“. La proposta dei centristi è chiara: “Una sola Camera, il Senato, premierato e ridiscutere di autonomia e federalismo insieme, punto”. Per il leader di Azione, poi, la revisione dell’architettura costituzionale va fatta in modo omogeneo: “Non si può fare prima il presidenzialismo, poi l’autonomia di Calderoli, poi la legge elettorale… così diventa un macello, arriviamo a uno stato ingestibile”, è il ragionamento.

Casellati prende nota. La settimana prossima incontrerà Autonomie, Pd e M5S (il faccia a faccia, inizialmente previsto per lunedì, è stato rinviato a venerdì 27), e poi inizierà “una riflessione” sulla proposta da mettere in campo. Il no di pentastellati e dem al presidenzialismo è noto. Dopo lo stop netto arrivato dai centristi, puntare all’elezione diretta del presidente della Repubblica significherebbe andare avanti “a colpi di maggioranza” e, ammettono dal centrodestra, “sin qui non ha mai portato bene”. La riforma delle istituzioni resta però per Giorgia Meloni uno degli obiettivi principali della legislatura. L’idea è quella di andare avanti senza strappi o forzature, ma con determinazione. Ecco perché il ‘tagliando’ fatto subito con gli alleati mercoledì a palazzo Chigi è stato importante. Matteo Salvini si dice “molto soddisfatto”. “A me quando si stabiliscono tempi e contenuti piace. Io sono contento, il percorso c’è”, assicura, aprendo “a tutti i modelli che coinvolgono i cittadini nella scelta”, premierato compreso. “Nessun veto”, è la linea.

Intanto, il presidente e il coordinatore dell’Anci Antonio Decaro e Dario Nardella bocciano l’idea di far rivivere le Province, pur apprezzata in modo trasversale dai partiti: “Qualsiasi ritorno al passato sarebbe un grave errore – dicono chiaro al ministro per gli Affari regionali e l’Autonomia Roberto Calderoli -, una controriforma che i cittadini rischierebbero di non comprendere, oltre a bloccare un importante lavoro in corso che le Città metropolitane stanno portando avanti su fronti importanti, come ad esempio il Pnrr”.

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