La prima dello spettacolo 'Io sono il peggiore'. Tra il pubblico Giuseppe Conte. Il garante del Movimento ha parlato di patrimoniale e Reddito di cittadinanza, e definito l'inchiesta sul figlio "un processo politico"

Beppe Grillo torna in teatro con lo spettacolo ‘Io sono il peggiore’ e si toglie qualche sassolino dalla scarpa. “Perché mi devo immolare per voi? Ho cercato di cambiare questo paese ma è scomparsa la gratitudine. Anzi c’è la sindrome del beneficiato, a cui stai sulle palle perché deve esserti riconoscente e non vuole”: questa una delle frasi del garante del Movimento 5 Stelle nella prima al teatro Mancinelli di Orvieto. Davanti a lui, nel pubblico, alcune facce note come l’ex presidente della Camera Roberto Fico e soprattutto il leader pentastellato Giuseppe Conte, che dopo lo show è andato in camerino da Grillo, accolto da un “Che bello che tu sia venuto, grazie”. 

Poco più di un’ora la durata dello spettacolo, in cui il comico, 74 anni, ha parlato a 360 gradi di vari temi politici. Ha respinto le ipotesi di crisi del Movimento dopo i risultati non confortanti delle regionali (“Il Movimento è ancora valido. Al governo prenderanno le idee del Movimento e cambieranno le parole perché non c’è alternativa”), e poi è tornato sul reddito di cittadinanza, misura bandiera dei pentastellati messa in discussione dal governo Meloni. “Dopo il reddito di cittadinanza per me la fase successiva era il reddito incondizionato, che ti spetta solo perché sei vivo e sei nato, e poi ti crei il lavoro che vuoi fare e lavori quanto vuoi. Rimettere l’uomo al centro. Darlo a tutti, ricchi e poveri”, ha detto Grillo, rilanciando l’idea di una patrimoniale per finanziare gli aiuti contro la povertà: “Abbiamo calcolato che dare a tutti 1500 euro costerebbe 140 miliardi. Dove li prendiamo? Una metà da pensioni e sussidi vari, l’altra metà da percentuali su dividendi e brevetti. Non ne usciamo più se il 10% vive sulle spalle del 90%. Una leggera patrimoniale ci vuole. Dobbiamo eliminarla la povertà, non metterci delle pezze”.

Ma ci sono state anche parole per il Festival di Sanremo (“Straordinario, il nido del cuculo con quel conduttore, Amadeus, che guidava le persone a liberarsi, sono partiti tutti i freni inibitori. Gino Paoli che va sul palco a parlare di orge. Benigni che da una linguata al presidente della Repubblica con la Costituzione, l’incompiuta”) ed elogi al presidente dell’Inps Pasquale Tridico, anche lui in platea: “Una persona straordinaria, Ha informatizzato il sistema, ha messo tutto in relazione, lui si che è valido e sarà fatto fuori appena si accorgeranno che è valido”. 

Infine, il garante M5S ha parlato anche dei guai giudiziari del figlio Ciro, a processo a Tempio Pausania per violenza sessuale di gruppo, definendo l’inchiesta “un processo politico“: “Sono sicuro di come andrà. Se fate i processi in televisione date anche le sentenze. Riesco anche a riderci un po’ sopra con la morte che ho dentro”.

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