Il sottosegretario alla Giustizia è indagato per rivelazione di segreto d'ufficio per aver riferito al deputato Giovanni Donzelli informazioni sui colloqui in carcere di Alfredo Cospito
È indagato per rivelazione di segreto d’ufficio Andrea Delmastro Delle Vedove di Fratelli d’Italia, sottosegretario alla Giustizia, che sarà sentito oggi, 17 febbraio, dai pm della Procura di Roma, per aver diffuso i contenuti delle conversazioni tra Alfredo Cospito e gli altri detenuti al 41 bis, quando l’anarchico era ancora nel carcere di Bancali, a Sassari.
Il vicepresidente del Copasir, Giovanni Donzelli, dello stesso partito di Delmastro, in aula aveva attaccato i dem parlando dei colloqui in carcere avvenuti tra Cospito e boss della mafia, frutto, secondo il Pd, di intercettazioni avvenute in carcere. Delmastro, in qualità di sottosegretario alla Giustizia, aveva chiesto le informazioni al Dap. Donzelli non avrebbe mai dovuto essere a conoscenza di quei documenti a cui aveva avuto accesso Delmastro per la carica che ricopre.
“L’iscrizione” di Delmastro “nel registro degli indagati non è una condanna né un’affermazione di responsabilità, non c’è nulla di diverso di quanto detto dal premier sul punto”, ha tenuto a precisare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. A poco o nulla è valso l’intervento in aula, alla Camera, del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, secondo cui “le parole riferite in aula da Donzelli non sono relative a documenti sottoposti a segretezza” e la dicitura “limitata divulgazione” non fa riferimento a documenti da considerare riservati. In aula Donzelli, insomma, non avrebbe diffuso segreti, ma letto parti di “una scheda di sintesi del Nic”, il nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria. Lo stesso discorso vale per i contenuti delle conversazioni tra Cospito e altri detenuti al 41 bis: non sono i contenuti di intercettazioni “anche perché non vi sono intercettazioni”, ma sono frutto del lavoro di “osservazione da parte del personale della polizia penitenziaria”.
Ieri, in aula, nel corso del question time in Senato, il Guardasigilli ha ribadito che Cospito è ricoverato in un reparto di eccellenza della medicina penitenziaria nell’ospedale milanese di San Paolo. Le sue condizioni sono costantemente monitorate. Secondo quanto apprende LaPresse, l’anarchico sta mangiando yogurt e biscotti perché – secondo quanto riferiscono fonti accreditate – vuole arrivare “lucido” all’udienza della Cassazione del 24 febbraio. Cospito non vi parteciperà, ma quella udienza è diventata un punto cruciale della vicenda in seguito alla richiesta del procuratore generale della Cassazione di rivalutare, con una nuova richiesta al Tribunale della Sorveglianza, se esistano i presupposti per applicare il 41 bis. Per Nordio, al riguardo non vi è alcun dubbio, come ha ripetuto anche in Senato. I presupposti per la revoca, legati all’esistenza di fatti nuovi, sono esclusi “radicalmente dalla stessa Direzione nazionale antimafia”. “È vero che nello stesso parere – sottolinea Nordio – la Dna, in una seconda parte, prospetta una eventualità di un trattamento diverso per Cospito (l’alta sorveglianza, ndr), ma per quanto riguarda le ragioni di diritto che avrebbero legittimato la revoca, il parere della direzione nazionale antimafia è nettissimo: sono assolutamente fallaci”.
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