Informativa urgente alle Camere del ministro dell'Interno dopo la tragedia di migranti sulle coste di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone
Si svolge oggi, martedì 7 marzo, alle 16, l’informativa del Ministro dell’interno Piantedosi sul naufragio di una imbarcazione di migranti al largo delle coste di Steccato di Cutro. È quanto rende noto il Senato. L’informativa del ministro, che alle 13 ha parlato alla Camera, avrebbe dovuto tenersi domani a Palazzo Madama ed è stata quindi anticipata.
Piantedosi: “72 vittime di cui 28 minori”
Alla Camera il ministro ha aperto l’informativa rinnovando “il cordoglio, mio personale e di tutto il Governo, per le vittime di questo ennesimo, tragico, naufragio e la vicinanza alle loro famiglie e ai superstiti”. Ha poi aggiornato il bilancio delle vittime, dopo le ultime comunicazioni della Prefettura di Crotone: 72 vittime di cui 28 minori, mentre i superstiti sono 80. “Di questi – ha proseguito il ministro – 54 sono accolti nel locale Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo, 12 nel Sistema SAI a Crotone, 8 sono ricoverati in ospedale, 2 minori non accompagnati sono stati collocati nelle strutture dedicate e 3 soggetti, presumibilmente gli scafisti, sono stati arrestati“. Le tre persone fermate sono “un cittadino turco e due pakistani, uno dei quali minorenne. Sono in corso le ricerche di un quarto scafista e non si escludono sviluppi nelle prossime ore”. I sopravvissuti sono afghani, iraniani, pakistani, palestinesi, siriani e somali.
“Gdf chiese numero satellitare a Frontex”
Ha poi dato un resoconto dell’andamento dei soccorsi prima del naufragio, raccontando che a mezzanotte e 30 minuti del 26 febbraio il “Comando operativo aeronavale della Guardia di Finanza di Pratica di Mare” ha chiesto a “Frontex di condividere il numero di utenza satellitare per tracciare il contatto” a bordo dell’imbarcazione. Il riferimento è al telefono satellitare di tipo ‘Jammer’ che si sarebbe trovato a bordo del caicco stando ai racconti dei migranti. Piantedosi ha spiegato come Frontex nel rispondere abbia evidenziato “che la stessa era riferita ad un dispositivo ricevente situato in Turchia che, quindi, non era suscettibile di localizzazione“. Dunque, alle 3:50, “la Sala Operativa della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, mediante la postazione della propria rete radar costiera” ha acquisito “per la prima volta, un target, verosimilmente l’imbarcazione riconducibile a quella segnalata da Frontex”.
“Scafisti in fuga nel caos”
Dopo il naufragio, ha proseguito Piantedosi, gli scafisti si sono buttati “in acqua, mentre un terzo viene fermato dai migranti, per impedirgli di lasciarli soli sulla barca incagliata” ma sarebbe riuscito a scappare “approfittando del momento di caos” e abbandonando “la barca su un gommone di piccole dimensioni e a far salire poi gli altri due scafisti per dirigersi verso la costa”.
In precedenza gli scafisti, ha detto, avrebbero “utilizzato, con ogni probabilità, un dispositivo in grado di inibire la trasmissione e la ricezione di onde radio“. Poi avrebbero “tenuto nascosti i migranti sottocoperta per tutta la traversata, in condizioni disumane“, “scelto di sostare molte ore davanti alle coste calabresi per sbarcare di notte ed evitare di essere intercettati dalle forze dell’ordine” e infine cercato “di sbarcare in un luogo isolato” invece che “in un porto dove i migranti avrebbero potuto ricevere soccorso”.
“Governo non impedisce soccorsi”
Il ministro dell’Interno ha soprattutto respinto le critiche nei confronti del Governo sulle attività di soccorso: “Le modalità tecnico-operative dei salvataggi non possono essere in alcun modo sottoposte a condizionamenti di natura politica o a interventi esterni alla catena di comando”, ha detto. E aggiunto: “Sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal Governo – ha detto Piantedosi – costituisce una grave falsità che offende, soprattutto, l’onore e la professionalità dei nostri operatori impegnati quotidianamente in mare”.
Ha poi elencato le attività di salvataggio in mare effettuate dalle autorità italiane da quando è in carica il governo Meloni. “Limitandomi al periodo più recente, dal 22 ottobre 2022 al 27 febbraio 2023, le nostre autorità hanno gestito 407 eventi Sar, mettendo in salvo 24.601 persone. Nello stesso periodo, nel corso di 300 operazioni di polizia per il contrasto dell’immigrazione illegale, la sola Guardia di Finanza ha tratto in salvo 11.888 persone. Per un totale, tra Sar e law enforcement, di 36.489 persone salvate“.
“Morti in mare colpa di reti criminali”
Il ministro dell’Interno ha concluso affermando che “la dinamica dei fatti” conferma la “dipendenza diretta” della tragedia “dalla gestione criminale di trafficanti senza scrupoli che non esitano a sacrificare la vita altrui per biechi profitti personali”.
Il dibattito
Dure le repliche delle opposizioni dopo l’intervento di Piantedosi alla Camera. Peppe Provenzano, deputato del Pd, ha detto che il mancato intervento della Guardia costiera deve considerarsi una scelta politica: “Chi ha deciso nel corso di quelle sei ore che dovesse essere un’operazione di polizia e non di soccorso guidata dalla guardia costiera che avrebbe avuto i mezzi per salvare vite? Il nodo è tutto qui. È una scelta politica“. Vittoria Baldino, del M5S, ha invece chiesto le dimissioni di Matteo Salvini, ministro dei Trasporti: “Il ministro Salvini ha voluto fortemente la delega ai porti per poter continuare a spadroneggiare sul tema dell’immigrazione. Lei, ministro Piantedosi, è qui nella duplice veste di parafulmine politico e ministro commissariato. Ma dov’è Matteo Salvini? Perché continua a scappare dal Parlamento come un coniglio? Se non sa prendersi le sue responsabilità, si guardi allo specchio e si dimetta“. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha manifestato le sue perplessità intervenendo al Senato: “Su alcuni punti non mi ha convinto per niente. Se esce la Gdf per fare un’operazione di polizia e deve tornare indietro perché il mare è alto, perché non esce la guardia costiera? E poi: il tono. Non voglio dire un tono baldanzoso, ma qui ci sono 72 morti e tante bare bianche piccoline. Faccia il prefetto, faccia il ministro. Non insegua le dichiarazioni da talk show perché sono dichiarazioni come minimo infelici”.
Il 9 marzo Cdm a Cutro
Le informative che il ministro terrà a Montecitorio prima e Palazzo Madama poi precedono il Cdm in programma nel pomeriggio di giovedì 9 marzo, a Cutro, luogo della tragedia. Per il titolare del Viminale, la trasferta in Calabria sarà preceduta dalla riunione del Consiglio europeo dei ministri dell’Interno, a Bruxelles.
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