Per Giuseppe Busia l'allargamento dei casi di affidamento diretto reca il rischio che "nei piccoli Comuni, i contratti siano stipulati per relazioni di parentela"
La Lega all’attacco di Giuseppe Busia, presidente dell’Anac (Autorità anticorruzione) sul nuovo Codice degli appalti, approvato nel Cdm del 28 marzo scorso. In un’intervista al Corriere della Sera, Busia ha osservato che limitare l’obbligo di gara pubblica solo sopra i 5,3 milioni di euro “significa che si possono fare affidamenti senza pubblicare un avviso e quindi senza una procedura pubblica di gara. Per i lavori fino a 150 mila euro e le forniture di servizi fino a 140 mila euro si può ricorrere all’affidamento diretto, col rischio che, soprattutto nei piccoli Comuni, questi contratti vengano stipulati in virtù di relazioni personali se non di parentela, anziché sulla bontà delle offerte o della qualità delle ditte”.
Lega: “Frasi molto gravi, non può più guidare Anac”
Dura la replica di Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali della Lega: “Gravi, inqualificabili e disinformate dichiarazioni del presidente Busia sul Codice Salvini: se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo. Busia ha dei compiti di controllo, invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile”. Contro il presidente dell’Autorità anche Enrico Costa, deputato di Azione, che su Twitter ha scritto: “Le proteste del Presidente Anac di fronte alle semplificazioni del Codice Appalti: insinua addirittura che favorisce il voto di scambio nei comuni. È vero esattamente il contrario. Meno burocrazia, meno intrallazzi. Da rivedere piuttosto il ruolo di Anac”.
Busia: “Da Anac solo ammirazione per sindaci, sono eroi”
“Amministratori corrotti? No, nel modo più assoluto. I sindaci, soprattutto nei piccoli comuni, oggi sono degli eroi. Svolgono una funzione essenziale, importantissima, pagati pochissimo e si assumono grandi responsabilità”. Lo ha detto il presidente di Anac Giuseppe Busia, intervenendo a “L’Aria che tira”, su La7. “Verso i sindaci – ha sottolineato – Anac nutre solo ammirazione, come pure verso i funzionari pubblici. Sono persone nella stragrande maggioranza che servono l’istituzione e lavorano per fare bene. La fiducia che Anac dà ai sindaci è piena. Non solo. Anac si affianca alle amministrazioni che stipulano con noi un protocollo d’intesa, e le aiutiamo controllando gli atti prima e durante la gara, per ridurre il contenzioso”.
Cgil: “Nuovo codice un vero salto indietro”
“Dopo lo ‘Sblocca cantieri’, Il Governo, con il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, torna a stravolgere il codice dei Contratti Pubblici. Il nuovo testo è un vero e proprio salto all’indietro, una controriforma che elimina gli aspetti qualificanti nelle procedure di appalto ispirate ai principi della trasparenza, della non discrezionalità, della correttezza e della libera concorrenza tra le imprese. Si rischia così di aprire ampi varchi a mafia e corruzione”. Lo afferma, in una nota, il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra.“Si cancella, di fatto, la sostanza dell’appalto pubblico che per essere tale – sottolinea il dirigente sindacale – deve avere come elemento centrale l’evidenza pubblica, costituito dal bando di gara, dalla sua pubblicità e dalla partecipazione effettiva delle imprese ai bandi pubblici”. Inoltre, aggiunge Massafra “si dà la possibilità di procedere con il cosiddetto subappalto a cascata senza alcun limite. In questo modo si indebolisce il sistema d’impresa attraverso una concorrenza tutta al ribasso che ha come elemento centrale non la qualità dell’opera, ma la riduzione dei costi, innanzitutto di quelli della manodopera, facilitando per questa via la proliferazione del lavoro nero e la presenza di imprese che rispondono alla criminalità organizzata”.
“Il nuovo codice degli Appalti – ribadisce il segretario confederale – rappresenta un vero e proprio salto all’indietro, soprattutto in una fase di imponenti investimenti che coinvolgeranno il settore degli Appalti con le risorse pubbliche messe a disposizione dal Pnrr e dai fondi comunitari. Per questo la nostra battaglia proseguirà a partire dalla manifestazione proclamata per sabato 1 aprile da Fillea Cgil e Feneal Uil. Ci batteremo contro un nuovo codice che rischia di peggiorare le condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori e per difendere le conquiste fatte come – conclude Massafra – l’obbligo delle clausole sociali a difesa della continuità occupazionale, della non ribassabilità dei costi della manodopera, del durc di congruità della manodopera,della parità di trattamento e stesso contratto per lavoratori in appalto e subappalto”.
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