Al via nei padiglioni di Fiera Milano, a Rho, l’edizione numero 61 del Salone del Mobile, la kermesse internazionale dedicata all’arredamento e al design. All’apertura ha presenziato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, insieme al ministro del Turismo Daniela Santanchè. “Non potevo mancare da presidente del Consiglio a questa fiera che racchiude molte delle visioni strategiche del nostro governo”, ha detto Meloni all’arrivo. A tagliare il nastro la presidente del Salone, Maria Porro, con accanto il presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il sindaco di Milano Beppe Sala, il presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali. Dopo l’intervento istituzionale in sala Gemini, per la premier è previsto un tour tra gli espositori. Nei prossimi giorni è attesa la visita di 7 ministri, tra cui quello dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, venerdì, delle Infrastrutture Matteo Salvini (sabato) e degli Esteri Antonio Tajani (domenica).
“Questa è una vetrina straordinaria dell’eccellenza italiana di fronte al mondo. È una fiera che raccoglie molte delle questioni strategiche sulle quali l’attuale governo lavora: la difesa del sistema imprenditoriale italiano, la difesa del marchio”, ha aggiunto la premier. “C’è poi tanta sostenibilità, tanta innovazione, le grandi sfide di questo tempo, e c’è identità – ha ricordato – perché quello che ad esempio è accaduto con il Covid è che la casa, l’arredo, sono diventati un pezzo della nostra identità. E quindi definiscono anche il nostro carattere, la nostra personalità, e io penso che alla fine il benessere e la bellezza siano la base di qualsiasi forma di salute”.
Parlando con i giornalisti a margine della kermesse internazionale dedicata all’arredamento e al design la premier è tornata sul tema dei migranti e su quello della natalità. “E’ oggettivo che noi in Italia abbiamo un problema di tenuta del nostro sistema economico e sociale dato dal fatto che per troppi anni non abbiamo investito sulla natalità. Di fatto abbiamo sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano”, ha spiegato la presidente del Consiglio che ha poi aggiunto: “Al di là della valutazione però, questo problema si risolve in vari modi, e quello su cui lavora il governo non è risolverlo con i migranti, è risolverlo con quella grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile, perché alzando i livelli del lavoro femminile e portandoli alla media europea già i nostri dati cambierebbero molto. E poi lavorando sulla demografia, quindi sulla incentivazione della possibilità da parte delle famiglie di mettere al mondo dei figli. Questo è quello su cui il governo lavora”.