Oltre 30 i procedimenti che hanno visto implicato il leader di Forza Italia, morto a 86 anni
Sono oltre 30 i processi giudiziari che hanno visto implicato Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia morto a Milano all’età di 86 anni, e che si sono conclusi in assoluzioni, archiviazioni e con una sola condanna definitiva a 4 anni di carcere (per la quale ha potuto beneficiare dell’indulto per 3 anni) per la frode fiscale legata alla compravendita dei diritti tv Mediaset, quando era presidente del Consiglio.
L’ultima assoluzione è del febbraio scorso. Il 15 febbraio, assieme agli altri 28 imputati, è stato assolto perché il fatto non sussiste nel procedimento del Ruby ter. I giudici dovevano stabilire se vi fosse stata corruzione in atti giudiziari e false testimonianze nei processi Ruby 1 e bis (più singoli capi d’imputazione per false informazioni ai pm, riciclaggio e favoreggiamento della prostituzione) per coprire quanto avvenuto nelle cene di Arcore a Villa San Martino.
PROCEDIMENTI CON SENTENZE DI NON LUOGO A PROCEDERE
– Lodo Mondadori (prescrizione). Episodio legato alla ‘guerra di Segrate’, tra Berlusconi e Carlo De Benedetti, per il possesso della casa editrice Mondadori, vede il leader di Forza Italia accusato (con Cesare Previti, Attilio Pacifico, Giovanni Acampora e Vittorio Metta) di concorso in corruzione in atti giudiziari, per aver pagato i giudici di Roma in modo da ottenere una decisione a suo favore nel giudizio di impugnazione per nullità del Lodo Mondadori, dal cui esito dipendeva la proprietà della casa editrice. La sua posizione fu stralciata quando divenne Presidente del Consiglio dei ministri. Il gip stabilì che il caso dovesse essere archiviato: la corruzione pluriaggravata ipotizzata dal Pool per il caso Mondadori ‘non sussiste’.
– All Iberian 1 (prescrizione). Nel luglio 1996, Berlusconi viene rinviato a giudizio per il reato di finanziamento illecito ai partiti, nel caso specifico al Psi. Secondo la prima accusa, il Cav avrebbe versato illecitamente 22 miliardi di vecchie lire tra il 1991 e il 1992 al Psi di Bettino Craxi, provenienti da fondi occulti d Fininvest. A un passo dalla sentenza di primo grado, il processo fu spezzato in due tronconi per un ‘errore’ commesso dai magistrati: non era stato consentito alla Fininvest di essere parte nel processo come parte offesa. La vicenda si è conclusa in maniera definitiva nel 2000 quando la Cassazione, confermando la sentenza d’appello del ’99, ha stabilito il proscioglimento per intervenuta prescrizione del reato.
– Consolidato Fininvest. L’accusa per Berlusconi è di falso in bilancio, è indagato assieme ad altre 26 persone, perché, secondo i pm, tra il 1989 e il 1996, Fininvest ha utilizzato 65 società estere per movimentare e accantonare, fuori bilancio, oltre 1.500 miliardi di lire. I soldi sarebbero stati utilizzati per finanziare con 644 miliardi finti soci di Telepiù per celarne il controllo in violazione della legge Mammì, avrebbe inoltre fatto lo stesso in Spagna per Telecinco con 456 miliardi. Nel 2001 viene chiesto il rinvio a giudizio, ma la data dell’udienza preliminare non viene mai fissata perché nel febbraio 2003 il gip deposita la sentenza dichiarando il non luogo a procedere per prescrizione del reato di falso in bilancio. La prescrizione è avvenuta anche grazie al decreto legislativo approvato dal governo presieduto dallo stesso Berlusconi che depenalizza il falso in bilancio. Successivamente insieme con il fratello Paolo Berlusconi viene indagato anche per falso in bilancio e appropriazione indebita relativi agli anni dal 1988 al 1992. Anche in questo caso, è stato prosciolto per intervenuta prescrizione del reato.
– Ipotesi di corruzione dell’avvocato inglese David Mills. Il reato che viene contestato a Berlusconi è di corruzione in atti giudiziari per aver pagato – è l’ipotesi – l’avvocato inglese David Mills per essere ‘teste reticente’ davanti ai giudici che lo stavano giudicando nei processi per All Iberian. Nell’agosto del 2008 alla luce del Lodo Alfano, che prevedeva la sospensione dei processi penali nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato, il procedimento fu sospeso fino alla pronuncia della Consulta secondo cui quel provvedimento era incostituzionale. Il processo riprese. Nel 2012 è stato prosciolto per prescrizione.
– Corruzione di Sergio De Gregorio. L’accusa è di aver pagato 3 milioni di euro (1 dichiarato al fisco, 2 in nero) a Sergio De Gregorio, senatore della Repubblica, per un cambio casacca, così da entrare tra le fila del Pdl. Assieme al Cav, i pm di Napoli indagano anche Valter Lavitola e lo stesso De Gregorio. Il senatore confessa, mentre per Berlusconi il processo va avanti e si chiude con sentenza di non luogo a procedere per prescrizione.
AMNISTIA
– Acquisto terreni di Macherio. L’accusa, nel 1999, è di appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio per l’acquisto dei terreni di Macherio, in Brianza. Assolto per i reati di appropriazione indebita e frode fiscale, per l’altro capo di accusa interviene l’amnistia come conseguenza del condono fiscale del 1992.
ASSOLUZIONE
– All Iberian 2. L’accusa è di falso in bilancio aggravato. Il processo All Iberian 2 si è definitivamente concluso con l’assoluzione di Silvio Berlusconi perché il fatto non costituisce più reato in seguito alla riforma del diritto societario del Governo Berlusconi, emessa dal Tribunale di Milano il 26 settembre 2005. Il processo All Iberian 2 è stato ed è tuttora un argomento di polemica politica. Il centrosinistra ha accusato il Parlamento di aver approvato ‘leggi ad personam’.
– Sme. Berlusconi era accusato di corruzione in atti giudiziari per un trasferimento di oltre 400mila dollari effettuato sul conto corrente del giudice Renato Squillante, titolare del fascicolo sulla Sme, Società Meridionale di Elettricità posseduta dall’Iri. L’allora presidente dell’Iri Romano Prodi raggiunse, nell’85, un accordo con Carlo De Benedetti per la vendita di Sme. Le trattative furono tuttavia riaperte dopo le polemiche del Psi. Comparvero altre offerte d’acquisto: Barilla, Ferrero e Fininvest. Due i capi di imputazione nel processo Sme: il primo ipotizzava che Fininvest e Barilla avessero comprato la sentenza sul caso SME, del 1996, risultata favorevole alla cordata di Fininvest, Barilla e Ferrero, e che contestualmente dava torto alla Cir di De Benedetti. La sentenza fu confermata dalla Cassazione due anni dopo. Il secondo capo d’accusa, sul quale i verdetti discordano, riguarda il presunto fatto che Squillante fosse asservito alla Fininvest in cambio di denaro. Dopo alterne vicende, la Cassazione conferma l’assoluzione per Berlusconi.
– Caso Ruby. Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori, ha 17 anni quando viene fermata senza documenti, a Milano, e portata in questura per l’identificazione. La donna che ospitava Ruby nella propria casa telefonò a Berlusconi, che a sua volta, telefonò in questura per chiedere che la ragazza fosse affidata a Nicole Minetti, all’epoca consigliera regionale del Pdl in Lombardia. L’accusa della procura è di concussione perché, secondo i pm, avrebbe approfittato del suo ruolo per ottenere che la 17enne fosse affidata a Minetti, per coprire il reato di prostituzione minorile. Dalle indagini, saltano fuori cene nella villa di Arcore alle quali avrebbero partecipato ragazze minorenni che avrebbero fornito prestazioni sessuali in cambio di denaro e favori. La difesa sostenne che la telefonata alla questura di Milano era stata fatta perché Berlusconi credeva che ‘Karima El Mahroug fosse la nipote dell’allora presidente egiziano Hosni Mubarak e dunque il presidente del Consiglio avesse voluto evitare un incidente diplomatico con l’Egitto’. Dopo vicende alterne, nel 2015, la Cassazione conferma l’assoluzione. Un altro filone del processo si è chiuso nel febbraio 2023 con un’altra assoluzione.
– Telecinco. In Spagna Berlusconi, insieme con altri manager Fininvest, è stato accusato di violazione della legge antitrust, frode fiscale a favore dell’emittente Telecinco, che lui stesso ha fondato. Il processo è stato sospeso dal 1999 al 2006 per l’immunità di cui Berlusconi godeva nel Paese in qualità di eurodeputato prima e di capo di un Governo estero poi; nell’aprile del 2006, viene riaperto il fascicolo a suo carico. Due anni più tardi, l’avvocato Niccolò Ghedini annuncia l’assoluzione del suo assistito.
Tra i procedimenti archiviati anche quelli relativi alle accuse di traffico di droga, di aver concorso alle stragi del ’92 e del ’93 che percorsero l’Italia in quel biennio. La procura di Firenze iscrive nel registro degli indagati come ‘mandanti’ Berlusconi e Marcello Dell’Utri. A Caltanissetta, vengono indagati anche come mandanti delle stragi di Capaci e via d’Amelio, in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con gli uomini e le donne della scorta e la moglie di Falcone. La loro posizione è stata archiviata.
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