Durante il corteo organizzato dai pentastellati a Roma c'è stato l'incontro tra Conte e Schlein. La segretaria del Pd: "Unire le nostre battaglie"

Un abbraccio e un breve saluto in mezzo alla ressa di manifestanti e cronisti. La piazza benedice il segnale che Giuseppe Conte ed Elly Schlein mandano a chi guarda quello che potrebbe essere l’inizio di un nuovo dialogo, della ricostruzione di un’alleanza progressista tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico. Ma il condizionale è d’obbbligo, perché la piazza di oggi a Roma è targata M5S, sventolano le bandiere della pace, risuonano parole dure contro la guerra in Ucraina e l’invio di armi a Kiev, che il Pd continua a sostenere. Gli stessi dem sono in subbuglio, molti di loro non nascondono i malumori per la scelta della segretaria di presenziare alla partenza del corteo di Roma. Senza considerare che, al termine della manifestazione, sul palco compare a sorpresa il guru Beppe Grillo, che lancia le “brigate di cittadinanza” scatenando un putiferio. Insomma, il tentativo di avviare il confronto c’è ma la strada non appare in discesa, mentre Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno facile gioco nel tirarsi fuori.

“Ce lo siamo detti: di percorso ne abbiamo da fare, ma assolutamente questo è un buon passaggio. Grazie per essere passata”, dice Conte a Schlein, aggiungendo che “dobbiamo lavorare su battaglie comuni, su temi e non su incontri di vertice. Apprezzo che sia venuta”, così come “Fratoianni e tantissime altre forze politiche, sociali e civiche”. “Vogliamo unire le nostre battaglie dentro e fuori il Parlamento, perché ce n’è bisogno”, a partire dal salario minimo, conferma la segretaria dem, “perché così saremmo anche più efficaci nel contrastare il governo che sta aumentando scientemente la precarietà in questo Paese. Ci tenevamo a portare un segnale di volontà, di unire le nostre forze su i temi su cui oggi il Movimento ha scelto di mobilitarsi”. I temi sono il lavoro sottopagato, la precarietà, l’ambiente, in piazza ci sono gli esodati del superbonus. La folla inneggia a Conte, intona “Meloni, Meloni, dimissioni” e “Fuori la mafia dallo Stato”. A sventolare, oltre i vessilli a cinque stelle, sono tante bandiere arcobaleno. “Una piazza piena e una risposta al di là delle aspettative” la definisce il leader M5S, che si posiziona dietro lo striscione giallo che recita #BastaVitePrecarie, in testa al corteo che, secondo gli organizzatori, contra tra le 15 mila e le 20 mila persone.

L’attacco al governo continua poi dal palco in via dei Fori Imperiali, dove Conte accusa di “far cassa sui poveri” togliendo il reddito di cittadinanza, dell'”errore madornale di aver approvato il 1 maggio un decreto precarietà”, rilancia il salario minimo come unica strada e si smarca dall'”orgia celebrativa” su Berlusconi che invece “ha contribuito al degrado dell’etica pubblica”, invita ad “ascoltare i ragazzi di ‘Ultima generazione’ perché la causa è giusta”. Sul conflitto in Ucraina interviene l’attore e regista Moni Ovadia: “La guerra nasce all’espansione della Nato” e “questa catastrofe sta distruggendo l’Europa serva degli Stati uniti”. Quindi arriva il momento di Grillo, che dopo molto tempo torna a parlare al ‘suo’ popolo. “Dovete rifare le battaglie sui territori e raccogliere progetti, poi mandateli a Conte e prima o poi li capirà. Ci mette del tempo ma li capirà”, scherza, e continua: “Vi ho preso che eravate piccolini e pieni di passione e ora siete qui ammucchiati a guardare il leader. Siate leader di voi stessi. Reagite. Fate le brigate di cittadinanza, mettete il passamontagna e di nascosto andate a fare i lavoretti, mettete a posto marciapiedi, aiuole, tombini. Fate il lavoro e scappate”, è il suo invito.

Apriti Cielo. Una valanga di critiche arriva dalla maggioranza ma anche da alcuni potenziali alleati. Il Pd rischia di esplodere. “Una follia. La Schlein tra il pubblico alla manifestazione di un altro partito con il santone sul palco”, si sfoga con LaPresse una fonte della minoranza. “Unire le opposizioni è fondamentale. Ma intorno a cosa ci uniamo? Alle parole aberranti di Moni Ovadia sull’Ucraina o alle farneticazioni di Beppe Grillo sui passamontagna?”, twitta polemicamente la vicepresidente del Parlamento Ue Pina Picierno. “La mia posizione sull’Ucraina è esattamente agli antipodi da quella rappresentata oggi dal M5S in piazza. Stendo un velo pietoso sulle brigate passamontagna. La cosa mi imbarazza molto. Molto”, rincara Alessia Morani. “Giusto trovare un terreno comune di azione per incalzare il governo” ma “il Partito Democratico è dalla parte dell’Ucraina, della sua lotta per la libertà e per la sovranità del suo popolo”, chiosa l’ex ministro della Difesa dem Lorenzo Guerini.

Si sfilano con agilità anche Azione, Italia Viva e +Europa. “Sono pericolosi populisti” e “Continueremo a stare alla larga dai 5S e da chi deciderà di unirsi a loro”, assicura Calenda. Il leader di Italia viva Matteo Renzi non parla ma i suoi lo fanno eccome: “Non s’era mai visto il leader della sinistra italiana rincorrere così un altro partito, intrupparsi nel corteo di altri sostenendo tesi altrui, rendersi subalterno. La mia solidarietà ai riformisti del Pd”, sintetizza Enrico Borghi. L’ultima stilettata sta nella domanda del segretario di +Europa, Riccardo Magi: “Non possiamo avere come valore la Resistenza e poi prestare il fianco a chi flirta con Putin come fa il M5S. Che ci facevi lì, Elly?”.

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