Il tribunale dei ministri di Roma ha archiviato le posizioni degli ex ministri della Salute Roberto Speranza, Beatrice Lorenzin e Giulia Grillo relative al troncone dell’inchiesta partita dalla procura di Bergamo e legata alla gestione della pandemia.
Un parte dell’inchiesta era stata trasferita, per competenza territoriale, al tribunale di Brescia dove sono state già archiviate le posizioni di Giuseppe Conte e di Roberto Speranza. Ora con il provvedimento del tribunale dei ministri di Roma si esclude qualsiasi responsabilità penale a carico degli ex ministri.
“Anche il tribunale dei ministri di Roma, dopo quello di Brescia, ha archiviato la posizione a mio carico relativamente alla gestione della pandemia”. Lo scrive su Facebook l’ex ministro della Salute Roberto Speranza. “Sono molto soddisfatto – aggiunge – perché mi viene nuovamente riconosciuto di aver difeso la salute degli italiani in un momento terribile e di aver servito il Paese con disciplina ed onore come chiede la nostra Costituzione. Grazie ancora a tutte le persone che mi sono state vicine“.
Il tribunale dei Ministri di Roma ha archiviato le accuse per rifiuto e omissione atti d’ufficio a carico degli ex ministri della Salute Roberto Speranza, Beatrice Lorenzin e Giulia Grillo per “non aver istituito o rinnovato il Comitato Nazionale per la Pandemia previsto dal Piano Nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale del 9 febbraio 2006”. Per il collegio Cialoni-Casari-Cerulli “non sussisteva, sin da epoca precedente la nomina del Ministro Lorenzin (la prima in ordine cronologico dei tre coinvolti, ndr.), alcun obbligo giuridico di nominare il Sottocomitato per la pandemia in capo al Ministro pro tempore”, scrivono nelle motivazioni del provvedimento che accoglie la richiesta della Procura. Si trattava al contrario di una “libera valutazione del comitato scientifico permanente” e di una “decisione discrezionale come è dimostrato anche dal termine di durata annuale dei Sottocomitati costituiti nel periodo 2004-2001”. Nella “omessa costituzione del Comitato Nazionale per al pandemia indicato nel Piano del 2006” non vi è quindi alcuna “rilevanza penale”.