Il presidente dei Cinque Stelle: "Atteggiamento della premier incomprensibile, sue battaglie ridicole"

Stoccata di Giuseppe Conte a Giorgia Meloni. Secondo il presidente dei Cinque Stelle l’attuale premier sta facendo fare all’Italia una pessima figura a livello europeo. “Questo governo deve battersi in Europa perché tra un po’ inizierà a entrare in gioco la tagliola del Patto di stabilità. Il governo dei patrioti non sta facendo nulla, la pacchia è finita per il nostro governo e non per l’Europa”, ha detto Conte intervenendo al 52esimo convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria a Rapallo.

Atteggiamento in Europa incomprensibile

“L’atteggiamento della Meloni in Europa è incomprensibile. Da un lato occhieggia ai paesi di Visegrad, vuole mantenere buoni rapporti con Vox, e all’altro però non riesce a costruire nulla – attacca l’ex premier -. Le uniche battaglie che ha fatto sono ridicole, ci indeboliscono. Adesso sul Mes non hanno una posizione, stanno facendo fare una figura pessima al Paese, hanno battagliato in Europa solo per non utilizzare il Pos e per la proroga delle concessioni balneari. È una cosa ridicola. E in più abbiamo solo l’applauso solo dei falchi dell’austerità che in questo momento considerano Meloni alla stregua di una euroburocrate che non si batte per nulla. Siamo una nazione in cerca di identità in questo momento e non si capisce quale sia la nostra linea in Europa, e non ce lo possiamo permettere”.

Mes: “Chi lo attiva rischia ricaduta su mercati”

“Il fronte europeo più caldo è quello del Mes. Che hanno fatto i nostri patrioti, le forze di maggioranza ieri alla Camera? Hanno disertato questo fronte, non riescono a prendere una posizione. La nostra posizione invece è molto chiara, io mi sono ritrovato con un paese in piena pandemia e mi sono battuto per non attivarlo”, ha spiegato l’ex premier secondo cui “il mandato che gli elettori hanno dato a Meloni è di andare in Europa a combattere per il Pos, di fare le norme sul rave party o di rimangiarsi tutte le promesse che ha fatto?”, domanda quindi l’ex premier, tornando al Mes: “Io ho sempre sostenuto la sua inadeguatezza non per ragioni ideologiche, ma perché è un accordo intergovernativo e quindi non completamente comunitario. In più ha uno stringente, a tratti giugulatorio, meccanismo di vigilanza finanziaria, al punto tale che ormai si accompagna con esso uno stigma nei mercati finanziari. Se oggi un paese dovesse attivare il Mes correrebbe il rischio di una ricaduta, di un allarme su mercati finanziari”. “Adesso si assumano la responsabilità le forze di maggioranza di approvarlo o meno, noi ci asterremo”, conclude Conte.

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