Nessun accenno al discorso legato alle alleanze in vista delle prossime elezioni europee, tema caro al leder della Lega, Matteo Salvini

Cooperazione bilaterale, temi economici e di sicurezza, soprattutto nel contesto del prossimo vertice Nato di Vilnius, protezione dei confini esterni dell’Unione europea. E poi il conflitto tra Russia e Ucraina, e l’allargamento ai Balcani occidentali. Questi i principali temi sul tavolo dell’incontro, in programma questa mattina al Palazzo sull’acqua del Park Lazienki di Varsavia, tra la premier Giorgia Meloni e il presidente del Consiglio polacco, Mateusz Morawiecki. I capi di governo discuteranno inoltre dell’attuale agenda dell’Ue, anche in riferimento alle possibili riforme istituzionali.

Nessun accenno invece al discorso legato alle alleanze in vista delle prossime elezioni europee, tema al centro del dibattito politico in Italia e rilanciato ancora una volta dal vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini. “Sui temi europei saranno gli italiani a scegliere col voto l’anno prossimo, ma siccome sono entusiasta di quello che sta facendo il governo italiano – è il ragionamento del ministro -, mi piacerebbe che anche in Europa ci fosse la stessa formula: quindi il governo e il centrodestra italiano esteso all’Europa, senza escludere a priori nessuno, senza dire di no a nessuno, altrimenti ci sarà l’ennesima maggioranza con la sinistra, con i socialisti, con Macron”. Per Salvini “è semplicemente un’idea di Europa che coincide con quello che sta facendo il governo italiano. Mi domando come qualcuno di centrodestra possa preferire i socialisti.Centrodestra in Italia, centrodestra in Europa”. Dove però Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega sono collocate in tre ‘famiglie’ differenti, rispettivamente Ecr (con Meloni appena confermata presidente), Ppe e Id. Di quest’ultimo gruppo fanno parte anche Alternative fur Deutschland (Afd) e il Rassemblement National di Marine Le Pen, già tagliati fuori dai popolari in ottica alleanze. A complicare il quadro potrebbe poi essere l’esito del voto previsto in autunno proprio in Polonia. Morawiecki, che con il suo partito Pis (Diritto e Giustizia) fa parte del gruppo dei Conservatori, se la dovrà infatti vedere con Donald Tusk (ex leader del Consiglio europeo e del Ppe) che il mese scorso con la sua Piattaforma civica ha portato per le strade di Varsavia mezzo milione di persone in una marcia organizzata per manifestare contro il governo in carica. È evidente che una sconfitta del Pis alle urne avrebbe ripercussioni anche nel gioco delle alleanze europee.

Con Morawiecki d’altronde Meloni – che oggi sarà anche alla seconda giornata di studi di Ecr per partecipare alla sessione sul futuro dell’Ue – ha costruito un solido rapporto e, spiegano fonti italiane, il faccia a faccia che fa seguito a quello del 20 febbraio sempre a Varsavia offrirà l’occasione per “consolidare” il dialogo politico e per ricercare “il coordinamento e le potenziali sinergie” sui principali temi dell’agenda Ue e internazionale, anche alla luce degli esiti dell’ultimo Consiglio europeo e in vista del prossimo vertice Nato di Vilnius, “rafforzando l’eccellente collaborazione bilaterale”, in particolare in ambito economico. Il dialogo politico tra Roma e Varsavia, sottolineano le stesse fonti, si è intensificato negli ultimi mesi, e Morawiecki potrebbe sollevare la questione della tenuta del Vertice intergovernativo italo-polacco, la cui terza e ultima edizione si è tenuta a Varsavia nel 2013. Di certo si parlerà di cooperazione bilaterale, sul piano economico l’interscambio commerciale tra i due paesi è in forte crescita: 33,6 miliardi di euro nel 2022 (+16%), con un saldo positivo di 5,2 miliardi di euro. L’Italia è quarto fornitore e il sesto cliente della Polonia a livello globale. E sul tavolo non mancherà il dossier migranti, come confermato dal portavoce del governo polacco, Piotr Muller: “I nostri Paesi hanno in corso consultazioni politiche nel contesto delle sfide per la sicurezza europea. Un aspetto importante è quello di garantire la protezione delle frontiere esterne dell’Unione europea, sia terrestri che marittime, a partire dal Mediterraneo. Attualmente, l’onere di garantire la sicurezza alle frontiere esterne spetta agli Stati membri, che gestiscono direttamente le frontiere esterne dell’Ue. È quindi importante che i Paesi cooperino e condividano le loro esperienze in questo settore”. Cercando magari di superare le divergenze emerse la settimana scorsa a Bruxelles, quando Polonia e Ungheria non hanno condiviso le conclusioni del Consiglio europeo sulla riforma del Patto di migrazione e asilo, nonostante il tentativo fatto in extremis proprio da Meloni. 

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