Berlusconi, in ballo un’eredità da oltre 3 miliardi

Parola d'ordine del post Cav è allora 'continuità', sia nelle aziende come nel partito

Aperto il testamento di Silvio Berlusconi. Il documento contenente le ultime volontà dell’ex presidente del Consiglio e fondatore di Forza Italia, custodito dal notaio Arrigo Roveda, è stato letto mercoledì mattina davanti a due testimoni, gli avvocati Luca Fossati dello studio Chiomenti, che già in passato aveva seguito vicende legate alle società del Cav, e Carlo Rimini. Del contenuto sono stati messi a conoscenza anche i figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi. Nessuno dei cinque eredi, però, è stato visto entrare nello studio notarile di Milano. Possibile, dunque, che fossero collegati d remoto durante la lettura. Bocche cucite per tutto il giorno da parte del notaio, che ai cronisti assiepati fuori dal palazzo di via Pagano si è limitato a rispondere: “Inutile stare qui, non posso dire niente, da me non saprete nulla né oggi né domani né mai”, per poi allontanarsi in sella a una moto. Nessuna comunicazione ufficiale, al momento, nemmeno da Fininvest, cassaforte dell’impero di Berlusconi.

“Io non so nulla, francamente. Non mi rubate nulla, non lo dico neanche gratis“, l’unica battuta concessa da Fedele Confalonieri ai giornalisti che gli chiedevano particolari sull’eredità sotto la sede di Mfe-Mediaset, il cui titolo in Borsa ha chiuso oggi in rialzo così come Mondadori. In ballo c’è un’eredità stimata in oltre 3 miliardi di euro tra società (tra cui il Monza calcio), ville, beni immobili, liquidità e opere d’arte. Ancora da scoprire cosa spetterà alla compagna Marta Fascina, che Berlusconi chiamava ‘moglie’ e che, oltre a un lascito, potrebbe avere l’usufrutto di una parte della storica residenza di villa San Martino ad Arcore. Dall’eredità economica a quella politica. Il figlio secondogenito Pier Silvio, presentando i palinsesti Mediaset per la nuova stagione, ha escluso al momento l’intenzione di seguire le orme del padre, morto il 12 giugno scorso a 86 anni. “Non ho intenzione di scendere in politica. Io penso che la politica sia un mestiere serio e i mestieri – ha spiegato – si studiano e si imparano, non si fanno dall’oggi al domani”. Secondo Pier Silvio, “uno pensa di scendere in politica per dare un servizio agli italiani. Ma oggi – ha osservato – non c’è nessuna emergenza, per la prima volta dopo tanti anni in Italia c’è un governo votato dagli elettori che sta facendo del suo meglio”. Compito di Forza Italia, per l’ad di Mediaset – il quale garantisce “compattezza assoluta” con i fratelli – è dunque “garantire stabilità”.

Parola d’ordine del post Berlusconi è allora ‘continuità’, sia nelle aziende come nel partito. “Forza Italia continuerà il suo lavoro e il suo compito nel solco di quel patrimonio valoriale che il nostro presidente ci ha lasciato”, ha assicurato il coordinatore nazionale Antonio Tajani illustrando a grandi linee i contenuti e il documento politico che sarà emendato e sottoposto al voto nel corso del Consiglio nazionale di sabato 15 luglio. Il ‘manifesto’, ha anticipato Tajani, “andrà oltre gli adempimenti programmatici, perché darà un messaggio politico preciso che partirà dall’omaggio al nostro insostituibile leader Silvio Berlusconi”. Un testo aperto ai contributi “che arriveranno dai parlamentari, dai capigruppo, dai presidenti di Regione, dal mondo giovanile, dai seniores, dalle donne azzurre, da tutti coloro, quindi, che concretamente e con buona volontà vorranno partecipare a questa nuova fase”. Il modo migliore, secondo gli azzurri “per onorare il presidente Berlusconi, padre fondatore del nostro partito, leader insostituibile oggi e sempre”.