La proposta era stata approvata in commissione Lavoro alla Camera con l'astensione del centrodestra
La maggioranza ha depositato in commissione Lavoro alla Camera un emendamento soppressivo della proposta di legge sul salario minimo, il cui testo base è stato approvato dalla stessa commissione mercoledì scorso e sui cui il centrodestra si era astenuto. È quanto si apprende da fonti parlamentari. La proposta di modifica presentata dal centrodestra, se passasse, sopprimerebbe quindi il testo unitario sostenuto da Pd, M5S, Azione, Avs e +Europa, a prima firma del leader dei cinque stelle Giuseppe Conte, che prevede un salario minimo di 9 euro lordi l’ora.
Pd: “Destra ha gettato maschera, schiaffo a lavoratori”
“Sul salario minimo la destra ha gettato la maschera. Nessuna controproposta, nessuna ricerca di un punto di incontro con le opposizioni. Un no puro e semplice. Pregiudiziale. Ideologico. Uno schiaffo in faccia a tre milioni di lavoratrici e lavoratori sottopagati e sfruttati”. Così su Twitter il responsabile economico del Pd Antonio Misiani.
Conte: “Governo insulta italiani e difende privilegi”
“Carovita? Lavoro sottopagato? Buste paga indegne? Ecco la risposta del Governo: un emendamento confezionato in fretta e furia per sopprimere la nostra proposta sul salario minimo legale che darebbe a milioni di cittadini il diritto a una paga dignitosa. Mentre non arriva nessun segno di vita da questa maggioranza per annullare il vergognoso ripristino dei vitalizi in favore dei parlamentari”. Così il leader del M5S, Giuseppe Conte, commenta la presentazione dell’emendamento di maggioranza per sopprimere la proposta di legge sul salario minimo. “Blaterano di ‘patriottismo’ ma lo fanno valere solo per difendere i loro ministri dalle dimissioni e tutelare i loro privilegi. Non a favore degli italiani che – due su tre – chiedono un salario minimo legale. Meloni e la maggioranza sono convinti di avere avuto con le elezioni il mandato politico di insultare gli italiani“, aggiunge Conte.
FdI: “Sinistra urla nelle piazze, noi pensiamo all’ occupazione”
Dura la replica di Fratelli d’Italia. “Il centrodestra ha almeno calendarizzato una proposta per poi continuarne la discussione. La sinistra e il centrosinistra in oltre 10 anni di Governo non erano nemmeno riusciti a portarla nelle aule. Useranno questo passaggio alle Feste dell’Unità. Legittimo, ma noi, al contrario, cercheremo di lavorare sul welfare, sulla occupazione, sui massimi ribassi (esattamente ben digeriti dalla sinistra) sul lavoro di cura domiciliare, sulla detassazione dei rinnovi dei contratti e sullo stesso rinnovo. Questa è la differenza tra chi fa e chi invece urla nelle piazze e poi nelle aule della politica vota l’esatto opposto”. Così Walter Rizzetto, presidente di Fdi in commissione Lavoro alla Camera, interpellato da LaPresse in merito alle polemiche delle opposizioni dopo la presentazione dell’emendamento soppressivo della proposta di legge sul salario minimo. “Esattamente come qualche sindacato che oggi si scandalizza ma qualche giorno fa ha proposto un rinnovo a 5 euro l’ora in un determinato settore. Come mai non hanno proposto 9 euro almeno? Questo dà la misura della sola propaganda fine a se stessa che vogliono applicare sul tema“, aggiunge Rizzetto.
Schlein: “Maggioranza umilia lavoratori, ci ripensi”
“La maggioranza presenta un emendamento per cancellare con un tratto di penna la proposta delle opposizioni sul salario minimo senza offrire neanche la possibilità di un confronto, di un dialogo. Ma così facendo non umilia le opposizioni: umilia lavoratrici e lavoratori poveri, abbandonandoli alla morsa dell’inflazione e alle conseguenze disastrose dei provvedimenti di questo governo. La maggioranza ci ripensi e approvi con noi questa proposta“. Così Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, che aggiunge: “Chi sopprime la possibilità di far uscire lavoratori e lavoratrici dallo sfruttamento e dalla povertà si qualifica da solo: stiamo parlando di 3 milioni e mezzo di persone con un salario minimo orario inferiore ai 9 euro. Quanta arroganza ci vuole per rifiutarsi di prenderli in considerazione? Dietro quelle retribuzioni da fame ci sono contratti pirata, falsi appalti, false imprese, false cooperative, abuso di contratti precari. Tagliano di miliardi il contrasto alla povertà e danno un euro al giorno con una card una tantum, ma si rifiutano di aggredire il problema della povertà nei luoghi in cui ha origine. Perché sono interessati più alla propaganda e alla presa in giro che alla soluzione dei problemi”, conclude Schlein.
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