L'immagine che si dà del contribuente non è piaciuta al direttore dell'Agenzia delle Entrate, le opposizioni insorgono
Matteo Salvini non demorde e torna alla carica con la proposta della pace fiscale. Il concetto è lo stesso di alcuni giorni fa: “Ci sono milioni di italiani ostaggio dell’Agenzia delle Entrate”. Il ragionamento però, quanto meno l’immagine che si dà del contribuente, non è piaciuta al direttore, Ernesto Maria Ruffini. Le opposizioni insorgono, ma nemmeno la maggioranza sembra entusiasta. Fratelli d’Italia, anzi, tira il freno a mano.
“Il contrasto all’evasione non è volontà di perseguitare qualcuno, l’Agenzia è un’amministrazione dello Stato, non un’entità belligerante. È un fatto di giustizia nei confronti di tutti coloro che le tasse, anno dopo anno, le pagano, e le hanno pagate, sempre fino all’ultimo centesimo, anche a costo di sacrifici e nonostante l’innegabile elevata pressione fiscale, e di coloro che hanno bisogno del sostegno dello Stato, erogato attraverso i servizi pubblici con le risorse finanziarie recuperate”, sottolinea Ruffini al convegno ‘Facciamo più semplice l’Italia’, ricordando che nel 2022 la lotta all’evasione fiscale ha portato nelle casse dello Stato la cifra record di oltre 20 miliardi.
Ma Salvini insiste: “È un vantaggio per lo Stato che incassa una marea di miliardi da usare per stipendi e pensioni e significa una liberazione per 15 milioni di persone che hanno fatto la dichiarazione dei redditi, ma hanno un conto aperto con l’Agenzia delle entrate “, dice il vicepremier da Cagliari, ribadendo la propria posizione. “Non posso pensare che un terzo degli italiani, tolti i minorenni, sono persone che hanno avuto un problema con il fisco. Non ce l’hanno fatta a pagare tutto quello che dovevano – deduce il ministro – e dovrebbero essere aiutati non condannati, altrimenti avremo sempre cittadini di serie B”.
Duro il giudizio delle opposizioni, che accusano il leader del Carroccio di sostenere l’evasione. “Siamo allibiti ed esterrefatti, così si spingono coloro che non vogliono pagare le tasse a non pagarle”, dichiara il capo gruppo Pd al Senato, Francesco Boccia. Ma anche dalla maggioranza arrivano reazioni fredde. “In genere si parla di atti che esistono, di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno”, chiosa il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, a margine di una conferenza stampa a Montecitorio. “Nessun fastidio – assicura il deputato – ma nel momento in cui ci saranno proposte le valuteremo”. Salvini “ha espresso il suo pensiero”, osserva Paolo Zangrillo, ministro della Pa e senatore di Forza Italia, ricordando che già con la rottamazione quater ci si è avviati “verso una riforma del sistema sanzionatorio che si avvicina ad un sistema più consono alla prassi europea” per chi è in ritardo con i pagamenti. Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, taglia corto: “Prima di parlare di pace fiscale va approvato rapidamente il disegno di legge della riforma fiscale”. Unica eccezione, il ministro dell’Ambiente, nonché forzista, Gilberto Pichetto Fratin: “Il nostro Paese ha un problema enorme, dobbiamo dotarci di un sistema più efficace e immediato e se in questo passaggio bisogna intervenire con meccanismi di agevolazione per chiudere pendenze pregresse – sostiene – deve essere valutata e poi va fatta”.
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