Il leader pentastellato: "Non accettiamo rinvii, bluff e meline"

“Apertura? Quale apertura? Per noi contano le proposte concrete, la discussione in commissione, contano le dichiarazioni: non retroscena, non posizioni recuperate da qualche articolo di giornale. La maggioranza e il governo hanno la possibilità di confrontarsi in commissione su proposte concrete: fino a ora non abbiamo avuto nulla. Siamo rimasti a chi parla di salario minimo come misura ideologica, sovietica, a chi dice che è uno specchietto per le allodole. Se c’è una proposta concreta e costruttiva la possiamo considerare, altrimenti non accettiamo rinvii, bluff e meline“. Così il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, a margine di un convegno a Roma, sul tema del salario minimo. “Io ho presentato a inizio legislatura la nostra proposta, sono passati mesi, ci stiamo confrontando in commissione, cosa devono studiare ancora? Lo vogliono o non lo vogliono questo salario minimo? Non lo devono dire a noi, ma a 4 milioni di lavoratori che sono alle prese con buste paga da fame. Lavorano, questo non è un sussidio, assistenzialismo. Spieghiamolo a Musumeci che è il corrispettivo delle prestazioni lavorative che vengono espletate. È il giusto corrispettivo. Su questo punto cosa devono studiare? Noi dialoghiamo, a noi interessa risolvere il problema dei lavoratori”, ha aggiunto Conte sulla possibilità che la discussione sulla materia sia rinviata a settembre.

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