La presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "La situazione è delicata"

Tempeste d’acqua al Nord e di fuoco al Sud. L’Italia spezzata in due da maltempo e incendi si trova a dover fare i conti ancora una volta con l’emergenza, e il governo è pronto a intervenire per rispondere alle richieste d’aiuto provenienti dai territori colpiti. La Lombardia ha già formalizzato al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ai ministri competenti e al capo dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, la richiesta del riconoscimento dello stato di emergenza. La regione amministrata da Attilio Fontana (che prima dell’inizio della cerimonia di apertura dei Mondiali di scherma di Milano ha avuto assieme al sindaco Giuseppe Sala un breve incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella) non sarà però l’unica ad attivarsi. Lo ha fatto chiaramente intendere il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci: “Presumo che anche altre regioni chiederanno lo stato di emergenza. Ho parlato anche col presidente del Veneto ed è normale che si segua questa procedura”. E infatti il governatore Luca Zaia ha fatto sapere che verrà avanzata anche la richiesta di stato di calamità al governo per quanto riguarda l’agricoltura. In scia dovrebbe esserci anche il Friuli Venezia Giulia e, dopo l’ennesima giornata di roghi, è pronto a chiedere il riconoscimento dello stato di emergenza anche il presidente della Sicilia, Renato Schifani.

“Il governo regionale – ha spiegato Musumeci – deve fare una ricognizione, delimitare le zone colpite con una prima approssimativa quantificazione del danno, poi delibera a trasmette la richiesta al governo nazionale che delibererà di conseguenza in Consiglio dei ministri su mia proposta”.

Cdm che tornerà a riunirsi alle 19, ma senza Meloni che dopo aver ricevuto a palazzo Chigi il presidente della Repubblica socialista del Vietnam alle 12.40 volerà nel primo pomeriggio a Washington per incontrare il giorno successivo alla Casa Bianca il presidente americano Joe Biden. A presiedere la riunione sarà quindi uno dei due vicepremier, Salvini o Tajani, con quest’ultimo che ha assicurato che “saremo vicini ai territori colpiti, da Nord a Sud, in tutti i modi”.

La premier, in costante contatto con Musumeci, ha intanto definito la situazione “delicata”. “Dobbiamo affrontare l’emergenza con la massima capacità e mobilitazione”, le parole della Meloni che guarda anche oltre: “Il tema è la messa in sicurezza del territorio, che richiede molte risorse. E’ una priorità che questo governo ha ben presente”. Dello stesso avviso Musumeci: “Dobbiamo metterci in testa che ormai, come ha detto anche la presidente del Consiglio, la tutela e la messa in sicurezza del territorio non è più uno dei punti programmatici ma è la priorità nell’agenda politica e di governo, a qualunque livello”.

A incalzare il governo c’è però l’opposizione. Il leader di Azione, Carlo Calenda, invoca “subito un grande Piano nazionale per l’adattamento climatico”, mentre il segretario di +Europa, Riccardo Magi, va all’attacco: “È ora che questa allegra combriccola negazionista al governo, capeggiata dalla premier e da Salvini, riveda la sua posizione sul clima”. Anche il presidente del M5s, Giuseppe Conte, chiede al governo “concretezza e interventi immediati” sottolineando che “chi continua a negare la gravità di queste situazioni è fuori dalla storia”. Infine per la segretaria dem Elly Schlein c’è “urgenza di affrontare l’emergenza climatica, non si può più aspettare. Siccome la scienza ce lo dice da molto tempo non capiamo che cosa stia aspettando il governo che è in carica da nove mesi e ancora su questo non ha fatto nulla”.

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