La presidente del comitato scientifico per la riforma dell'Rdc durante il governo Draghi a LaPresse: "Governo e opposizioni hanno aspettato il patatrac"
La comunicazione dello stop al reddito di cittadinanza a 169mila famiglie tramite sms dell’Inps è stato un segno di “sciatteria istituzionale” secondo la sociologa Chiara Saraceno, presidente del comitato scientifico per la riforma del reddito di cittadinanza durante il governo Draghi. “Si poteva arrivare più preparati, arrivare così, in modo ‘sparso’, è segno di mancanza di rispetto verso i beneficiari del reddito di cittadinanza e di sciatteria istituzionale a tutti i livelli”, ha spiegato Saraceno in un’intervista a LaPresse, giudicando il modo in cui il governo Meloni ha gestito la questione, dalla manovra fino all’invio degli sms all’alba dello stop. Uno stop che chiaramente, precisa la professoressa, “era stato annunciato in legge di bilancio, non è stato ‘un fulmine a ciel sereno’, ma data la delicatezza della questione, l’Inps avrebbe potuto avvisare queste persone in anticipo e non in quel modo ambiguo. Questa bomba era in arrivo, lo sapevamo tutti, tant’è che i beneficiari organizzati protestano da tempo”. Il comportamento delle istituzioni quindi ha esacerbato la tensione sociale? “Certo”, afferma la sociologa, che prevede infatti un acuirsi delle proteste.
“Governo e opposizioni hanno aspettato ‘patatrac'”
Nello stop al reddito di cittadinanza, spiega ancora Saraceno, nessuno ha fatto la sua parte: non il governo e nemmeno le opposizioni. “È come se tutti aspettassero il patatrac“, osserva. “Non ci si è preoccupati di fare la propria parte nel momento in cui si è deciso di eliminare l’Rdc”, evidenzia. Da un lato l’esecutivo Meloni “è stato rapidissimo a riformarlo radicalmente ma non è stato altrettanto efficiente a mantenere un’altra serie di promesse elettorali” di cui “si è persa traccia”, come i corsi per i giovani che non hanno completato il percorso scolastico o i corsi di formazione intensiva per gli occupabili. “Doveva essere tutto pronto per il 1 gennaio, ma non è stato fatto nulla per accompagnare l’uscita del reddito e dubito che si riuscirà a fare qualcosa entro settembre. Come se la pura minaccia del ‘ve lo togliamo’ avesse potuto produrre un miracolo e far diventare tutti occupati”, ironizza la professoressa. Dall’altro lato le opposizioni, ‘colpevoli’ di “non aver monitorato quello che il governo aveva promesso di fare e non ha fatto. È come se tutti avessero aspettato il ‘patatrac’, che forse può giovare a livello elettorale, ma di certo non giova alle persone”, chiosa Saraceno. E conclude: con il reddito di cittadinanza “si è persa un’occasione. Era difficile e complicato, le criticità erano note, a partire dalla mancanza di politiche attive del lavoro. Ma la commissione di cui io ero presidente ha fatto 10 proposte di miglioramento e nessuna di queste è stata presa in considerazione” dal governo precedente.
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