La mozione a prima firma Verducci (Pd): "Adoperarsi perché il governo egiziano collabori"
Le opposizioni in Senato chiedono al governo di mantenere l’attenzione sulla ricerca della verità sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano rapito in Egitto nel gennaio 2016 e trovato morto pochi giorni dopo. “Continuiamo a chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni. Le circostanze della sua morte per omicidio, il rapimento e le torture cui è stato sottoposto per giorni, sono una ferita aperta per le coscienze politiche e civili di tutti gli italiani. Non smetteremo di chiedere verità e giustizia. Abbiamo depositato in Parlamento una mozione per tenere accesi i riflettori su un caso sanguinario di violazione dei diritti umani“, scrive in una nota il primo firmatario della mozione, il senatore del Pd Francesco Verducci, che ha firmato insieme al capogruppo Francesco Boccia e a tutti i senatori dem, il presidente del gruppo del M5S, Stefano Patuanelli, il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, Giuseppe De Cristofaro, la capogruppo delle Autonomie, Julia Unterberger, e il senatore Ivan Scalfarotto del gruppo Azione-Italia viva. “Giulio Regeni è tutti noi, rappresenta una generazione di giovani italiani. Non è possibile dimenticare – si legge ancora – né fare finta di nulla. Non può essere mai dimenticata la frase pronunciata dalla madre di Giulio: ‘Ho visto nel volto di mio figlio tutto il male del mondo’. Ci uniamo alle parole del Presidente Mattarella, quando nel 2021, nel quinto anniversario dell’omicidio di Regeni, disse: ‘Chiediamo che vengano ricostruite le responsabilità per affermare così quel principio di giustizia che costituisce principio fondamentale di ogni convivenza umana e diritto inalienabile di ogni persona. Ci attendiamo piena e adeguata risposta da parte delle autorità egiziane’. I tentativi di depistaggio in questi anni sono stati numerosi, e sono un’ulteriore volgare offesa alla vita di Giulio Regeni. La nostra mozione ha un valore ancora maggiore all’indomani della grazia concessa a Zaki, dopo oltre due anni di ingiusta detenzione nel carcere punitivo di Tora”.
“Adoperarsi perché il governo egiziano collabori”
“La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a seguito della liberazione, ha affermato pubblicamente che ‘la questione di Giulio Regeni non è archiviata e continueremo a occuparcene’. Per questo chiediamo con forza al Governo di adoperarsi in sede bilaterale, nonché in tutte le sedi internazionali, affinché il governo egiziano collabori finalmente con le autorità giudiziarie italiane, consentendo così di poter svolgere il procedimento penale che vede imputati quattro ufficiali egiziani e giungere finalmente ad una verità processuale che renda giustizia a Giulio Regeni, alla sua famiglia e ad un intero Paese”, conclude la nota.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata