De Angelis si scusa ma dice “l’unica mia certezza è il dubbio”, Rocca: “Meloni non contenta”

Il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio fa un post sulle sue dichiarazioni in merito alla Strage di Bologna

Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, fa un post sulle sue dichiarazioni in merito alla Strage di Bologna. Si scusa con coloro ai quali ha creato “disagi” ma nel merito insiste: “L’unica mia certezza è il dubbio”. De Angelis aveva scritto in un post su Facebook che “con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini“. 
 
“Negli ultimi giorni ho espresso delle riflessioni personali sul mio profilo social, che sono invece diventate oggetto di una polemica che ha coinvolto tutti.
Intendo scusarmi con quelli – e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine – a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili”, si legge nel post.
 
“Ho altresì il dovere di fare chiarezza su affermazioni che possono essere fraintese per l’enfasi di un testo non ponderato, ma scritto di getto sulla spinta di una sofferenza interiore che non passa ed è stata rinfocolata in questi mesi. I colleghi giornalisti che quotidianamente e pubblicamente mi definiscono un ex-terrorista – pur nella consapevolezza del fatto che non sono mai stato condannato per nessun atto criminale o gesto di violenza – infangano il mio onore e mi negano la dignità di una intera vita. Perché un terrorista è una persona schifosa e vile. Ho servito e rappresentato le istituzioni democratiche per anni e ne ho il massimo rispetto, così come per tutte le cariche dello Stato, che da parlamentare ho contributo ad eleggere e che oggi sostengo come cittadino elettore. Fra queste e prima di tutte, la Presidenza della nostra repubblica.
In merito alla più che quarantennale ricerca della verità sulla strage di Bologna, l’unica mia certezza è il dubbio“, aggiunge De Angelis.
 
E ancora: “Dubbio alimentato negli anni dagli interventi autorevoli di alte cariche dello Stato come Francesco Cossiga e magistrati come il giudice Priore e da decine di giornalisti, avvocati e personalità di tutto rispetto che hanno persino animato comitati come ‘E se fossero innocenti’. Purtroppo sono intervenuto su una vicenda che mi ha colpito personalmente, attraverso il tentativo, fallito, di indicare mio fratello, già morto, come esecutore della strage. Questo episodio mi ha certamente portato ad assumere un atteggiamento guardingo nei confronti del modo in cui sono state condotte le indagini. Esprimo quindi dubbi, così come molti hanno espresso dubbi sulla sentenza definitiva contro Adriano Sofri senza per questo essere considerati dei depistatori o delle persone che volessero mancare di rispetto ai familiari del commissario Calabresi. Per tutte le vittime della folle stagione dei cosiddetti anni di piombo e dei loro familiari ho il massimo rispetto, vieppiù per chi sia finito sacrificato innocentemente in eventi mostruosi come le stragi che hanno violentato il nostro popolo e insanguinato la nostra Patria massacrando indiscriminatamente”.
 
Infine: “Nel ribadire il mio rispetto per la Magistratura, composta da uomini e donne coraggiosi che si sono immolati per difendere lo Stato e i suoi cittadini, ritengo che tutti abbiano diritto ad una verità più completa possibile su molte vicende ancora non del tutto svelate. Ho appreso che l’attuale governo, completando un percorso avviato dai governi precedenti, ha desecretato gli atti riguardanti il tragico periodo nel quale si colloca la strage del 2 agosto 1980: mi auguro che l’attento esame dei documenti oggi a disposizione permetta di confermare, completare e arricchire le sentenze già emesse o anche fare luce su aspetti che, a detta di tutti, restano ancora oscuri. Ribadisco le mie profonde scuse nei confronti di chi io possa aver anche solo turbato esprimendo le mie opinioni. Anche se rimane un mio diritto, prima di scrivere e parlare bisogna riflettere sulle conseguenze che il proprio agire può avere sugli altri. Viviamo per fortuna in una società civile in cui il rispetto degli altri deve essere tenuto in conto almeno quanto la rivendicazione dei propri diritti”.

Rocca: “Meloni non è felice”

Credo che vedrò Marcello De Angelis nel pomeriggio“. Così il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca commentando le polemiche sorte dopo che il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio Marcello De Angelis si è detto certo dell’innocenza degli ex Nar Fioravanti, Mambro e Ciavardini. “La mia posizione l’ho espressa con chiarezza con il comunicato rilasciato ieri pomeriggio”. De Angelis “ha commesso un errore importante nel parlare in termini di certezza” anche se “ha parlato a titolo personale e questo ancora una volta ci tengo a chiarirlo”, prosegue Rocca, a margine di un evento a Latina. “Oggi mi confronterò con lui”, assicura. “C’è una sfera privata e una sfera pubblica. Certo, bisogna stare attenti: ha commesso un errore grave. Adesso io farò le mie valutazioni ma c’è comunque una sfera di libertà individuale che ovviamente va contenuta nei limiti di quello che è il rispetto del prossimo e delle sentenze. Ma De Angelis non ha alcun ruolo politico nell’amministrazione regionale”. La premier? “Io mi sento con la Meloni spessissimo, abbiamo avuto modo di sentirci, ma velocemente: mi ha chiesto ovviamente di approfondire, di chiarire e sicuramente non era felice per quanto accaduto”. 

Alleanza Verdi Sinistra: “Non si dimette perché la destra è con lui”

“Marcello De Angelis chiede scusa per i ‘disagi’ e non annuncia le sue dimissioni da portavoce del presidente Rocca, suggerite dall’opportunità politica e dal buon senso. Ovvio che può permettersi di restare perché la destra vuole promuovere un pericoloso processo di revisionismo storico pur non avendo nessun elemento di realtà a sostegno. Il caso, inoltre, conferma che Lega e Forza Italia subiscono le volontà dell’azionista di maggioranza della destra”. Così Luana Zanella, presidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera.

Il messaggio di De Angelis sulla Strage di Bologna

Ecco cosa aveva scritto De Angelis: “Il 2 agosto è un giorno molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze)”, si legge nel lungo messaggio. “Posso dimostrare a chiunque abbia un’intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c’entrano nulla con la strage – prosegue – Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere. A me, con questo ignobile castello di menzogne, hanno tolto la serenità, gli affetti e una parte fondamentale della vita. Non riusciranno a farmi rinunciare a proclamare la verità. Costi quel che costi…”.