Alle 17 la premier Meloni riceve le opposizioni
Le posizioni restano distanti: le opposizioni ferme sulla proposta di legge unitaria sul salario minimo, la premier Giorgia Meloni e la maggioranza convinti che fissare per legge una soglia minima per la retribuzione non sia una soluzione. Quello di oggi a Palazzo Chigi sarà quindi un incontro interlocutorio, ma entrerà nel merito dei contenuti. Ed è possibile che il governo oltre ad ascoltare i leader dell’opposizione metta sul tavolo altre proposte a sostegno dei lavoratori e delle retribuzioni che consentano di trovare punti di contatto, se non con tutte, almeno con una parte delle opposizioni, su altre misure da portare in parlamento alla ripresa dei lavori. Ma per ora, dopo le parole di due giorni fa della premier nel suo video sui social “la strada è in salita”, dice il leader del M5S Giuseppe Conte, e Meloni “dimostra che non ha letto una riga della nostra proposta”. La legge che i leader dell’opposizione mettono sul tavolo attribuisce alla contrattazione collettiva il compito di stabilire le tabelle retributive, ma punta a stabilire una soglia minima inderogabile di 9 euro l’ora da aggiornare periodicamente. La premier da un lato ha auspica un “confronto”, coma ha detto ieri sui social con i ‘Appunti di Giorgia, e “capiremo se c’è il margine per presentare insieme una proposta seria contro i salari bassi”, dall’altro ha ribadito il suo pensiero: il salario minimo “potrebbe rischiare di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo” e per questo “rischia di essere controproducente”.
Ecco allora che in maniera più o meno sfumata l’opposizione si interroga sull’utilità dell’incontro. “La domanda sorge spontanea: perché domani ha convocato le opposizioni per discutere proprio di salario minimo?”, chiede Angelo Bonelli. Oggi alle 17 la premier riceverà i leader, tranne Matteo Renzi che non ha aderito alla proposta di legge a prima firma del leader M5S Conte. A rappresentare il governo anche i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, la ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. Per il Pd la segretaria Schlein accompagnata dalla responsabile Lavoro del partito Maria Cecilia Guerra, per il M5S oltre al presidente Conte e l’ex ministra Nunzia Catalfo, per Azione Carlo Calenda e il capogruppo alla Camera Matteo Richietti. La delegazione di Avs sarà composta da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, con i parlamentari Franco Mari, Eleonora Evi e la capogruppo alla Camera Luana Zanella, quella di Più Europa dal segretario Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova. “La presidente Meloni fa finta di non aver capito la proposta sul salario minimo presentata unitariamente da tutte le opposizioni”, obietta Magi, che avanza il “sospetto” che l’appuntamento “sia solo una trovata mediatica” ma “se la giornata di domani serve solo come passerella del governo ovviamente non ci caschiamo”. “Se Meloni parte dalle dichiarazioni di ieri – gli fa eco il deputato dem Arturo Scotto – ci aspettiamo ben poco. In ogni caso, abbiamo imposto all’attenzione dell’opinione pubblica la priorità del salario minimo. Da qui non si torna indietro”. Un esito positivo “è difficile” – anche secondo il leader di Azione, Carlo Calenda, che però prova a mediare: “È nostro dovere tentare” perché “sui problemi reali del Paese bisogna trovare il modo di sedersi tutti attorno a un tavolo, maggioranza e opposizione, e se possibile trovare soluzioni concrete”
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