Per il governo occorre prima ridurre il cuneo fiscale, continuando parallelamente ad agire sulla contrattazione collettiva

Va avanti la battaglia delle opposizioni, unite – con la sola eccezione di Italia Viva – a sostegno della proposta di legge sul Salario minimo, con una raccolta firme su una piattaforma web dedicata (salariominimosubito.it) che ha raggiunto le 200mila sottoscrizioni. Sul fronte opposto, dalla maggioranza anche in questi giorni si ribadisce che non è la priorità, e che prima occorre ridurre il cuneo fiscale, continuando parallelamente ad agire sulla contrattazione collettiva. Mentre Matteo Renzi, che si è tenuto fuori da questo scontro maggioranza-opposizione, dice chiaro che “la raccolta firme non serve a nulla” e che, dall’altra parte “che il Cnel sia inutile è l’unica cosa su cui tutti sono d’accordo”, in riferimento alla decisione della premier, Giorgia Meloni, di affidare al Cnel la preparazione di una proposta organica per il contrasto al lavoro povero.

Annunciando il traguardo delle 200mila firme, dal Pd Arturo Scotto sottolinea che “Giorgia Meloni non ha mezza idea su come combattere il lavoro povero. Infatti si affida al Cnel e scavalca il Parlamento. Noi del Pd, insieme alle altre opposizioni, in meno di due giorni abbiamo raccolto 200mila firme per chiedere un Salario minimo subito”. Da Alleanza Verdi Sinistra esultano Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, e garantiscono che la battaglia andrà avanti: “200mila firme in pochissimi giorni! La richiesta è chiara: vogliamo un Salario minimo di 9 euro l’ora. Una misura semplice, ma fondamentale, che potrebbe cambiare la vita di milioni di italiani”. Di “risultato straordinario che dimostra che il Paese è con noi” parlano da Azione, invitando a “continuare a firmare”.

“Prima di parlare di Salario minimo – è però la posizione di FdI, espressa da Lino Ricchiuti – è necessario intervenire su altre leve, che non ricadano solo sul datore di lavoro. Il cuneo fiscale in Italia è il quinto più alto tra i 38 Paesi dell’Ocse. Agire sul cuneo, abbassandolo come sta facendo il governo, è il miglior intervento al momento”. Da Forza Italia, il vice premier Antonio Tajani tiene il punto: “Ritengo che, visto che in Italia i salari sono bassi, si debba avere un Salario minimo fissato attraverso i contratti collettivi. Perché il contratto collettivo non fissa soltanto il Salario, ma fissa la retribuzione”. È invece l’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi, a insistere sul problema delle coperture: “Mi sembra – sottolinea – il film ‘La banda degli onesti’ con Totò e De Filippo, che stampavano soldi in garage. Dicono: diamo un Salario minimo a tutti, 9 euro a tutti” ma “bisogna trovare le coperture” perché “i soldi non si stampano in garage”. Tosi, che è vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera, aggiunge che “vanno rinnovati i contratti“, come quello “delle guardie giurate, che è quello più scandaloso, scaduto da 8 anni”.

La Lega, con il capogruppo in Senato Massimiliano Romeo, punta invece il dito contro le “contraddizioni” della sinistra, che “parla di Salario minimo e poi spinge da sempre per un’immigrazione incontrollata che serve solo al grande capitale per creare manodopera a basso costo. Una pesante contraddizione che la dice lunga sullo stato di salute dell’attuale opposizione. Poche idee e confuse”. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata