Sui social accuse, soprattutto legate alle scelte del governo in materia di reddito di cittadinanza. Oggi l'incontro con le famiglie delle vittime degli stupri
Oggi tarda mattinata sarà al Parco Verde di Caivano, teatro degli stupri nei confronti delle due cuginette di 11 e 12 anni, perché “se lo Stato viene percepito come distante, ci deve essere” e “perciò come primo immediato intervento bisognerà riaprire la palestra, i centri che fanno un lavoro importante di educazione e socializzazione”. Parla così Giorgia Meloni, al Sole24 Ore, alla vigilia della sua visita alla cittadina dell’hinterland napoletano precisando di non voler “anticipare troppo” perché “sono decisioni che si prenderanno nei prossimi giorni”.
La ‘missione’ della presidente del Consiglio a Caivano precederà di qualche ora quella ad Atene per il bilaterale col primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis. Un doppio appuntamento su cui è al lavoro Palazzo Chigi, in allerta però sul clima che Meloni potrebbe trovare al suo arrivo nel comune campano dopo le minacce comparse sui social nelle ultime ore proprio all’indirizzo della premier da parte di chi contesta lo stop al reddito di cittadinanza voluto dal governo.
Su Facebook una donna mette in guardia la presidente del Consiglio scrivendo “io ti consiglierei stai a casa stanno com e pazz e rimast 160mila famiglie senza rdc senza spesa. Sei sicura che tornerai a casa?”. Post commentato da altri utenti con alcune frasi minacciose come “speriamo riman mort a Caivano”, “magari se ne va con qualche ammaccatura così capisce i guai che ha fatto”, “si merita il peggio”. Sui social viene poi sottolineato il fatto che “fa bene Meloni a recarsi a Caivano così potrà spiegare ai cittadini di lì che ne erano titolari perché ha soppresso il reddito di cittadinanza rendendoli più fragili e ricattabili dalla criminalità organizzata. E poi spiegare come si combatte il degrado, lei che ha cancellato i fondi per la rigenerazione delle aree urbane degradate come quel quartiere”. “Cara Giorgia, Caivano è la mia terra e io non ti ci voglio non posso accettare la tua ennesima passerella. Ti è a cuore la tematica della violenza sulle donne? Non devi fare un viaggio così lungo, guarda prima a salvare la tua casa con un compagno dalle idee becere – si legge in un altro post che richiama le recenti dichiarazioni del compagno Andrea Giambruno -. Questa terra l’hai già distrutta, l’hai annientata togliendo la dignità con il reddito di cittadinanza. Tu non ci rappresenti”. Infine, c’è chi ritira fuori l’invito dell’ex sindaco di Caivano, Vincenzo Falco, “rimasto lettera morta”.
Un invito rivolto alla premier ad ottobre scorso, al momento del suo insediamento a palazzo Chigi, per affrontare il tema delle periferie in cui Falco scriveva: “Il nostro bellissimo Paese ha moltissimi problemi, ma anche grandi potenzialità che devono essere messe a frutto. La aspettiamo per parlare di questo e delle difficoltà che i Comuni hanno soprattutto per la mancanza di personale”. Le minacce a Meloni sono state immediatamente condannate dal mondo politico.
Messaggi di solidarietà sono stati inviati dai presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, dai vicepremier Matteo Salvini (“portiamo avanti il programma di governo senza paura”) e Antonio Tajani (“queste minacce non fermeranno la nostra azione di governo”), dai ministri e dai partiti di maggioranza e opposizione. “Le minacce di morte ricevute via social da Meloni non sono tollerabili – le parole della segretaria dem, Elly Schlein – Messaggi di intimidazione, di istigazione all’odio e alla violenza non devono trovare alcuni spazio in una democrazia e troveranno sempre la più ferma condanna da parte di tutto il Pd”. Dello stesso avviso il leader di Azione, Carlo Calenda: “Solidarietà a Meloni per le vergognose minacce ricevute. Sempre dalla parte del confronto e del dialogo, mai di chi utilizza la violenza come mezzo di intimidazione”. Meloni ringrazia tutti per la “vicinanza” e chiarisce: “Le intimidazioni non impediranno la nostra presenza al fianco dei tanti cittadini che chiedono sicurezza e la possibilità di un futuro migliore per i propri figli. Nella lotta alla criminalità organizzata – mette in chiaro la premier – questo Governo non farà passi indietro”.
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