Parteciperanno 600 delegati, di cui 200 stranieri, e quattro ministri. Ma non Meloni che lo seguirà a distanza

Ha preso il via a Scilla, sulla costa calabrese che si affaccia sullo Stretto di Messina, la tre giorni voluta da Fratelli d’Italia e organizzata dall’Ecr, la ‘famiglia’ europea dei conservatori, per fare il punto della situazione e lanciare un segnale forte in vista della campagna per le europee, in programma il prossimo giugno. ‘Se cresce il Sud, cresce l’Italia, cresce l’Europa’: questo il titolo scelto per l’evento, con 600 delegati presenti, di cui 200 stranieri, organizzato dall’eurodeputato Denis Nesci e dal deputato e segretario generale di Ecr Antonio Giordano, che ha proposto il tema centrale dei ‘ponti’ da costruire con l’Europa. E il pensiero, sullo Stretto, non può che andare al Ponte tra Calabria e Sicilia, cavallo di battaglia dell’alleato Salvini.

Giordano: “Evento non legato alle Europee”

Giordano spiega a LaPresse: “Non lo stiamo facendo in occasione delle europee, abbiamo fatto più di un evento al mese ormai da circa un anno e mezzo, da quando Giorgia Meloni ha effettivamente preso la barra del timone dell’Ecr, e tutti in posti molto evocativi. Siamo stati – ricorda – a Londra per la creazione del ponte dopo la Brexit con i conservatori inglesi, siamo stati a Gerusalemme, alla ricerca delle nostre radici nel punto in cui sono comuni anche ad altre radici. Peraltro in quell’occasione si è confermata la partecipazione del Likud nell’Ecr party”. Un evento dunque non legato strettamente all’appuntamento delle europee del 2024. Giordano spiega così l’iniziativa: “Siamo stati a Sofia, ad Atene, percorriamo tutta l’Europa ma anche oltre, perché siamo stati in missione negli Usa, con il tema della costruzione dei ponti, che è alla base del nostro partito“. I ponti non sono solo quelli fisici, ma anche quelli economici, sociali, perché, sottolinea Giordano, “la motivazione profonda di questi incontri è fare gli europei. Cavour diceva ‘fatta l’Italia dobbiamo fare gli italiani’, noi pensiamo che fatta l’Europa bisogna fare gli europei. Portiamo l’Europa a domicilio, altrimenti Bruxelles viene vista come un’entità lontana. Qui si potrà vedere cos’è l’Europa, ci saranno una serie di tavoli con giovani e meno giovani che parlano lingue di tutti i tipi e che però appartengono alla stessa Nazione in senso lato”.

Presenti quattro ministri, ma non la premier

All’evento, che ha preso il via con una visita ai Bronzi di Riace a Reggio Calabria riservata ai delegati, non prenderà parte la premier, che seguirà a distanza, mentre saranno presenti quattro ministri, Fitto, Lollobrigida, Calderone e Musumeci, tre sottosegretari (Delmastro, Ferro e La Pietra), e diversi esponenti politici stranieri, come il vicepresidente della Commissione Ue Margaritis Schinas e il capo economista della Fao, Maximo Torero. Oltre a Jorge Buxade, leader di Vox nel Parlamento Ue. Un segnale che la battuta d’arresto inattesa della destra in Spagna non preoccupa FdI, che punta a consolidare anche in Europa i consensi ottenuti alle politiche dello scorso anno, che hanno portato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. C’è ancora però il nodo alleanze da sciogliere, con le tensioni tra le due ‘ali’ della maggioranza, FI e Lega. Su questo, Giordano spiega: “Alle europee manca quasi un anno, nella maggioranza ci sono posizioni che hanno un ombrello di valori comuni con declinazioni diverse. Nella nostra collocazione europea siamo indipendenti, come lo siamo all’interno della politica italiana, ma sempre pronti a raccordarci e a fare delle intese, che, considerando che le elezioni europee sono proporzionali, necessariamente avranno il loro sviluppo dopo il voto”.

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