L’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, è tornato a parlare della strage di Ustica in una intervista a Repubblica. “La versione più credibile è quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno. Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione. E il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l’esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario“.
“Gheddafi fu avvertito del pericolo e non salì sul suo aereo – prosegue Amato -. E il missile sganciato contro il Mig libico finì per colpire il Dc9 dell’Itavia che si inabissò con dentro ottantuno innocenti. L’ipotesi più accreditata è che quel missile sia stato lanciato da un caccia francese partito da una portaerei al largo della costa meridionale della Corsica o dalla base militare di Solenzara, quella sera molto trafficata. La Francia su questo non ha mai fatto luce”. “Mi chiedo perché un giovane presidente come Macron, anche anagraficamente estraneo alla tragedia di Ustica, non voglia togliere l’onta che pesa sulla Francia – osserva Giuliano Amato -. E può toglierla solo in due modi: o dimostrando che questa tesi è infondata oppure, una volta verificata la sua fondatezza, porgendo le scuse più profonde all’Italia e alle famiglie delle vittime in nome del suo governo. Il protratto silenzio non mi pare una soluzione”.
“Mi chiedo perché un giovane presidente come Macron, anche anagraficamente estraneo alla tragedia di Ustica, non voglia togliere l’onta che pesa sulla Francia – osserva Giuliano Amato -. E può toglierla solo in due modi: o dimostrando che questa tesi è infondata oppure, una volta verificata la sua fondatezza, porgendo le scuse più profonde all’Italia e alle famiglie delle vittime in nome del suo governo. Il protratto silenzio non mi pare una soluzione”.
“Quelle di Giuliano Amato su Ustica sono parole importanti che meritano attenzione. Il presidente Amato precisa però che queste parole sono frutto di personali deduzioni”. Lo dichiara la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Chiedo al presidente Amato di sapere se, oltre alle deduzioni, sia in possesso di elementi che permettano di tornare sulle conclusioni della magistratura e del Parlamento, e di metterli eventualmente a disposizione, perché il governo possa compiere tutti i passi eventuali e conseguenti”, conclude la premier.
“Nessun atto riguardante la tragedia del DC9 è coperto da segreto di Stato, e che nel corso dei decenni è stato svolto dall’autorità giudiziaria e dalle Commissioni parlamentari di inchiesta un lungo lavoro”. Lo dichiara la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, commentando l’intervista dell’ex premier Giuliano Amato sulla strage di Ustica pubblicata oggi da ‘Repubblica’.
“La Francia ha fornito le informazioni a sua disposizione ogni volta che è stata interpellata su questa tragedia, in particolare nel quadro delle indagini condotte dai tribunali italiani”. Lo fa sapere il ministero francese degli Esteri, Quai D’Orsay, in merito all’intervista rilasciata da Giuliano Amato a Repubblica, nel quale l’ex premier ha parlato di una possibile responsabilità francese nella strage di Ustica del 27 giugno 1980.
Sulla strage di Ustica la Francia è “pronta ovviamente a collaborare con l’Italia se ne farà richiesta”. Lo fa sapere il ministero francese degli Esteri, Quai D’Orsay, in merito all’intervista rilasciata da Giuliano Amato a Repubblica, nel quale l’ex premier ha parlato di una possibile responsabilità francese nella strage di Ustica del 27 giugno 1980 e costata la vita a 81 persone.
“Condividerò con l’intero Consiglio Superiore di valutare l’opportunità di avanzare alla Procura della Repubblica di Marsala la richiesta di rendere accessibili tutti gli atti del procedimento di potenziale interesse di quell’inchiesta e il compendio documentale delle iniziative portate avanti dal dottor Borsellino all’epoca”. Così, in una nota, Fabio Pinelli, vicepresidente del Csm.”Tutto ciò, non solo per dare memoria ancora una volta dello straordinario contributo nell’interesse dello Stato da parte di Paolo Borsellino, ma anche per un dovere di carattere morale nei confronti dei familiari delle vittime, di vedere finalmente riconosciuto il diritto alla ricostruzione – per quanto possibile – della verità storica della tragedia di Ustica”, afferma.
“Le affermazioni di Giuliano Amato sulla strage di Ustica aprono, dopo quarant’anni scenari veramente inquietanti che impongono il giusto riconoscimento di quegli organi dello Stato che fin dall’inizio cercarono di ricostruire la verità dell’accaduto e le relative responsabilità. Tra questi mi pare doveroso ricordare Paolo Borsellino, a capo della Procura della Repubblica di Marsala. In quel ruolo, il dottor Borsellino portò avanti, con la consueta e riconosciuta capacità professionale e rettitudine morale, una delicatissima attività di indagine scontrandosi sovente con reticenze e depistaggi. Basti ricordare la vicenda sul radar di Marsala, come ricostruito meritevolmente dal compianto giornalista Andrea Purgatori”, sottolinea Pinelli.
“Giuliano Amato ha rilasciato dichiarazioni di inaudita gravità a proposito di Ustica: è assolutamente necessario capire se ci sono anche elementi concreti a sostegno delle sue parole. Visto il peso delle affermazioni di Amato e il suo ruolo rilevante all’epoca dei fatti, attendiamo commenti delle autorità francesi”. Così il Vicepremier e Ministro Matteo Salvini.
“Bisognerà fare chiarezza” e l’ex premier Amato “è una persona che ha avuto grande importanza, ma è un privato cittadino”. Lo ha detto il ministro degli esteri Antonio Tajani, a margine al Forum Ambrosetti a Cernobbio a domande della stampa sulle affermazioni di Giuliano Amato sulla strage di Ustica e la Francia, a chi gli chiede se la versione di Amato sia attendibile. “Si dovrà verificare quello che è successo, questa è la versione dell’ex premier, è una sua versione”, ha aggiunto.
“Il Dc-9 fu abbattuto. Chiunque dica il contrario è come se dicesse che la terra è piatta”. Così a LaPresse Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, commenta l’intervista di Repubblica a Giuliano Amato, in cui l’ex presidente del Consiglio attribuisce la responsabilità della caduta dell’aereo sui cieli del Tirreno ad un missile sparato da un caccia francese. “Le parole del presidente Giuliano Amato sono importantissime e segnano un passo avanti fondamentale nella ricostruzione di questa lunghissima vicenda. Amato ripercorre le parole scritte da magistrati della Repubblcia ribadendo che il Dc-9 è stato abbattuto in un episodio di guerra, come già detto dal giudice Rosario Priore, e ricorda che già nel 2008 l’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga rivendicò che fu la Francia ad abbattere l’Itavia. Amato ripercorre queste cose già note, ed auspica che proprio perchè la magistratura non arriva a individuare i responsabili, allora lo faccia la politica, lo faccia il governo del nostro Paese chiedendo con più forza e determinazione a Macron risposte chiare”.
“Finalmente è venuta fuori la verità su questa vicenda. Anche se con molto ritardo. Le cose sono andate esattamente così. Ma come si dice, meglio tardi che mai. Questo spiega anche l’atteggiamento tenuto sempre dal governo francese. Un atteggiamento difensivo e ostativo rispetto a tutto quello che è successo”. Lo ha detto a La Presse l’avvocato Alfredo Galasso, avvocato di parte civile dei familiari delle vittime della Strage di Ustica, commentando l’intervista a Repubblica dell’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, che attribuisce la responsabilità della caduta del Dc9 Itavia, il 27 giugno 1980, ad un missile sparato da un caccia francese. “Certamente adesso mi aspetto che il governo italiano faccia una formale richiesta al governo transalpino, chiedendo conto alla Francia di quanto successe a suo tempo – ha aggiunto Galasso -. Sono passati tanti anni, ma questa è una vicenda così grave che merita una risposta precisa e puntuale rispetto a quella elusiva che fu data a suo tempo”.