Il ministro dell'Economia lancia l'allarme per i conti e critica la misura che lascia 80 miliardi da pagare al 2026

Manovra, tassa sugli extraprofitti e ‘processo’ al Superbonus. Giancarlo Giorgetti affronta la platea del gotha economico e finanziario al forum di Cernobbio sui grandi temi di politica economica. Lo fa senza la premier Giorgia Meloni, che ha saltato il consueto appuntamento sul lago di Como con il mondo produttivo a fine estate, alla ripresa delle attività. Un sondaggio rivela che la platea del Forum Ambrosetti boccia la tassa sugli extraprofitti alle banche. Ma Giorgetti, che quella tassa l’ha varata dopo che in precedenza però la aveva esclusa, non ci sta: “di sicuro potrà essere migliorata, quello che non accetto è che si dica che è una tassa ingiusta, è una tassa giusta”.

La Manovra incombe e alla platea di imprenditori ed economisti il titolare del Mef assicura che il governo farà una legge di bilancio “prudente, che tenga conto delle regole fondamentali della finanza pubblica”. Quando parla di Superbonus, preceduto nel panel dell’Ambrosetti dal leader 5 Stelle Giuseppe Conte che ne ha fatto una difesa appassionata, Giorgetti ci va giù pesante: “A pensarci mi viene mal di pancia, ha effetti negativi sui conti pubblici, ingessa la politica economica, non lasciando margine ad altri interventi”.Per quanto riguarda il Superbonus – ha precisato il ministro – “dei 100 miliardi di cui si parla, ricordo che questo governo ne ha pagati 20, ma altri 80 rimangono da pagare. La cena l’hanno già mangiata tutti e noi siamo chiamati a pagare il conto. Cosa che ricadrà sul Patto di stabilità del 2024, 2025 e 2026″.

Intanto sulla crescita del Pil “il governo pensa di mantenere le previsioni, che ha fatto nel Def, dell’1% nel 2023 ma inevitabili variabili esterne stanno mutando il quadro”, dice sempre Giorgetti da Cernobbio, dove nelle ore precedenti si era parlato della privatizzazione di Mps. E il ministro leghista dell’Economia, sull’uscita dello Stato dalla banca senese, che accordi con la Ue richiedono entro fine 2024, richiama alla calma. “Risolveremo ma senza farci dettare i tempi da nessuno e tantomeno dalla fretta, per quanto riguarda il sistema bancario”, dice, a differenza del ministro degli Esteri Antonio Tajani (FI) che, invece, vorrebbe un’accelerazione.

Il discorso di Giorgetti al Forum tocca un altro punto di attualità: la revisione del Patto di Stabilità Ue, con nuove regole per i Paesi membri. “L’Italia- afferma il titolare del Mef- condivide una politica di riduzione del debito pubblico. Quello che dicono gli amici tedeschi lo condivido, ma non posso ignorare che la stessa Commissione europea ci chiede una politica di un certo tipo sulla transizione energetica e quindi riteniamo ragionevole chiedere che siano considerate in modo diverso le spese per stipendi pubblici e pensioni rispetto a spese di questo tipo”. Inoltre- aggiunge-se a livello internazionale siamo tutti d’accordo sul sostegno all’Ucraina, l’aiuto umanitario deve essere sottratto dal patto di stabilità e crescita” , sono le conclusioni di Giorgetti. 

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