Multe più salate per chi non rispetta le norme, almeno 2 notti consecutive nei centri storici. Arriva il codice identificativo nazionale

Arriva, con un disegno di legge che disciplina le locazioni di immobili a uso abitativo per finalità turistiche, l’annunciata ‘stretta’ a Airbnb e simili sugli affitti brevi. Il testo, di 8 articoli, precede un ‘codice identificativo nazionale’ per gli appartamenti affittati a turisti. E’ quanto si legge in una bozza visionata da LaPresse. “Al fine di assicurare la tutela della concorrenza, della sicurezza del territorio e per contrastare forme irregolari di ospitalità, il Ministero del turismo assegna, tramite apposita procedura automatizzata, un codice identificativo nazionale – CIN ad ogni unità immobiliare ad uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche, previa presentazione in via telematica di un’istanza da parte del locatore, ancorché già munito di un codice identificativo regionale – CIR rilasciato dalla regione competente”, si legge nel testo. I codici”che devono contenere anche l’indicazione del numero di posti letto disponibili secondo quanto dichiarato nella relativa istanza, sostituiscono, ad ogni effetto, i codici identificativi regionali – CIR. I CIR già assegnati conservano la propria validità fino al termine di novanta giorni successivi alla pubblicazione della presente legge”. 

Il Ministero del turismo inserisce le unità immobiliari destinate alle locazioni per finalità turistiche e le strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere nella banca dati nazionale istituita secondo le modalità operative da individuarsi con successivo decreto del Ministro del turismo, da adottare entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del Ddl.

Gli affitti brevi a scopo turistico possono essere effettuati in abitazioni che non costituiscono la residenza principale del proprietario. Il contratto di locazione per finalità turistiche “può eventualmente avere ad oggetto prestazioni accessorie, quali la fornitura di biancheria e il servizio di pulizia dei locali” e nei centri dei comuni capoluoghi delle città metropolitane “non può avere una durata inferiore a due notti consecutive”.

Multe per chi non rispetta le norme

Multe più salate per chi non rispetterà le nuove norme sugli affitti brevi: chi non espone e indica il Cin dovrà pagare da 500 a 5mila euro, mentre chi affitta un immobile privo di Cin si vedrà recapitare una multa da 800 a 8mila euro. Sanzione da mille a 5mila euro invece per chi affitta nei centri dei capoluoghi delle città metropolitane violando l’obbligo delle due notti consecutive minime. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata