Aumentare fino a sei anni la pena massima prevista per la produzione, il traffico e la detenzione di droghe nei casi di ‘lieve entità’ previsti al comma 5 dell’articolo 73 del testo unico delle leggi in materia di stupefacenti. È quanto prevede un progetto di legge presentato dal Pd alla Camera dei deputati, che va proprio a modificare quel comma dove “le parole ‘da sei mesi a quattro anni’ sono sostituite dalle seguenti: ‘da due a sei anni'”.
Si tratta di una proposta che andrebbe a colpire soprattutto i piccoli spacciatori. Come si legge nella premessa, infatti, “l’attuale pena edittale consente al giudice di applicare” solo “la misura cautelare degli arresti domiciliari: molto spesso, però, si è avuto modo di apprezzare che la maggior parte dei cosiddetti ‘piccoli spacciatori’ che operano nelle strade sono persone senza fissa dimora, con la conseguenza che le misure comminabili dal giudice sono misure decisamente più blande, come l’obbligo di firma o il divieto o l’obbligo di dimora. Purtroppo, in questi casi tali misure sono spessissimo violate” e “il risultato è che i piccoli spacciatori rimangono sostanzialmente liberi, la cittadinanza non avverte una sufficiente tutela e l’allarme sociale cresce”.
Pertanto “la presente proposta di legge interviene per aumentare la pena detentiva” al fine “di dare la possibilità al giudice di valutare opportunamente l’applicazione della custodia cautelare in carcere, attualmente preclusa dall’entità della pena edittale”. Il deputato dem Andrea De Maria, che ha presentato il progetto di legge, spiega a LaPresse che “la proposta non è proibizionista ma mira a rendere più efficace il contrasto allo spaccio di droga”, mentre “sulle droghe leggere sono per la depenalizzazione ed ho sottoscritto lo scorso anno la relativa proposta di legge”.