Fedriga dichiara: "Dentro ci sono tutte persone con precedenti penali", Giani: "Non daremo l'ok in Toscana"

Il tema di nuovi Cpr (Centri per il rimpatrio dei migranti) agita diversi governatori regionali. Fedriga si schiera subito a difesa del governo, dopo il previsto ampliamento a 18 mesi del tempo massimo di permanenza nei Cpr. “Il Cpr funziona molto bene perché garantisce i rimpatri e soprattutto perché garantisce la sicurezza dei cittadini dove è insediato l’impianto. È un impianto controllato, dove chi è all’interno non può uscire e quindi non è impattante per il territorio”, ha detto il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a margine dell’evento ‘Semplificare per far ripartire l’Italia’, al Tempio di Adriano a Roma. “E devo dire che nei Cpr non ci sono persone che hanno perso il lavoro o hanno perso il permesso di soggiorno, ci sono tutte persone con precedenti penali. Parlo della mia esperienza con quello di Gradisca d’Isonzo. Ci sono persone con violenza privata, spaccio… vogliamo lasciarle libere di andare dove vogliono senza provvedere al rimpatrio? Quindi quella contro i Cpr è un’impostazione ideologica. Sono invece contrario all’accoglienza diffusa, che è stato un fallimento”.

Luca Zaia dichiara: “Non siamo mai stati contattati da nessuno per un nuovo Cpr né nessuno me ne ha mai parlato”. “Guardiamo con molta preoccupazione ai numeri – ha affermato il governatore del Veneto a una conferenza stampa a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale – perché ci dicono e confermano quello che era l’allarme che avevo lanciato quest’estate e non colta dai ‘grandi strateghi’ della politica veneta e cioè che andavano verso il raddoppio”. “Il problema è che dei circa 200mila arrivi sono il 10% – per arrotondare – ha diritto allo status di rifugiati. Almeno 150mila dei 200mimla sono migranti senza titolo per chiedere aiuto, sono migranti ‘economici’ diciamo così”. 

La Toscana, invece, dice no. “Per quello che mi riguarda non darò l’ok, non esprimerò mai la condivisione a nessun Cpr in Toscana. Si stanno prendendo in giro gli italiani, perché il problema dell’immigrazione, e noi dobbiamo affrontarlo, è come farli entrare ed accoglierli, non buttarli fuori. Cosa c’entra il Cpr con la risposta ai flussi emergenziali così forti che arrivano oggi? Se arrivano questi immigrati col tormento, le sofferenze, le violenze che hanno subito, la risposta a livello mediatico è ‘faccio i Cpr, cioè faccio i luoghi che li buttano fuori?'”. Così il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a margine di una iniziativa a Firenze. “Prima bisogna dare una risposta su come integrarli, accoglierli, poi – ha aggiunto Giani – si può parlare anche di coloro, di quei casi miseri e isolati da ordine pubblico e prevedere le lunghissime procedure per il rimpatrio”.

A LaPresse il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher dichiara: “Sono stato tra i primi favorevoli ad avere delle strutture sul territorio. Bisogna uscire dalla logica dello scaricabarile”. “Stiamo già lavorando con il ministero per individuare un posto dove istituire un Cpr che sia naturalmente proporzionato alle dimensioni della nostra provincia – ha proseguito -, e ho avuto la rassicurazione che servirà solo per le esigenze che servono per l’Alto Adige, tenendo conto che siamo una terra di confine e questo riduce il numero delle persone assegnate al nostro territorio”. 

Due mesi per il via libera

Per il via libera al piano sui nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio, a quanto si apprende, ci vorranno circa due mesi, nel corso dei quali si valuterà l’elenco delle strutture considerate idonee. Verranno privilegiati i siti e le aree esterne ai centri urbani che risultino più facilmente raggiungibili e nei quali siano presenti strutture di proprietà pubblica che possano essere, anche mediante interventi di adeguamento, resi adatte allo scopo.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata