L'ex ministro della Giustizia e storica prima tessera del Carroccio: "Non riconosco più questo partito"

Roberto Castelli lascia la Lega. L’ex ministro della Giustizia, storica prima tessera del Carroccio e oggi presidente di Autonomia e Libertà, lo ha comunicato in conferenza stampa a Milano. “Oggi non si può più tacere. Questo partito non lo riconosco più negli ideali per cui era nata la Lega. Io sono bossiano. Ho deciso a malincuore di uscire da questo partito in cui sono rimasto per 40 anni. Non ci fermiamo. Vogliamo dare la voce alla questione settentrionale, oggi più che mai c’è bisogno di un sindacato del Nord. Ci sono in giro più di 50 sigle federaliste e secessioniste in tutta l’Europa che fanno fatica a parlarsi. Lancio un appello a queste forze: se ci uniamo, forse possiamo sentir la nostra voce. La mia è stata una scelta personale, non ho consultato nessuno. Siamo aperti a tutte le possibilità con il fine di far sentire la voce del Nord che nei fatti oggi non c’è. Da tanto tempo ci pensa. Si sperava che si tornasse indietro sulla deriva centralista della Lega Salvini Premier, ma non la vedo”, ha detto. “Io non ho sentito Umberto Bossi su questa decisione, è una decisione autonoma”, ha spiegato ancora Castelli. “Oggi – ha sottolineato – è un giorno per certi versi triste, ma anche allegro. È una fine ma anche un inizio. Ne abbiamo visti di tanti esponenti politici abbandonare il partito con le più nobili motivazioni, poi gratta, gratta c’era la delusione per un mancato incarico o una mancata candidatura. Io sono fuori dalle istituzioni da 10 anni per una mia ben precisa scelta“, ma “non ho abbandonato il nostro disegno e la Lega nei successivi dieci anni. Ad esempio, sono stato nel comitato promotore del referendum del 2017. Ho sempre creduto in ideali che pian piano stavano scemando. Il colore verde che è sempre stato il nostro colore soppiantato dal blu, la parola Padania cancellata per ordine preciso da tutti i media e dagli esponenti politici del partito, la costituzione di un partito con una variazione a 180 gradi e un’accentuazione non più sull’indipendenza delle nostre terre ma con la promozione di un leader”. Il Comitato Nord? “Noi parliamo con tutti, non abbiamo mai smesso di parlare con tutti. Il dialogo c’è da tanto tempo e dura tuttora”, ha concluso Castelli.

 

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