Il leader di Azione al presidio di Crevalcore

“Evidentemente i delegati sindacali della Fiom non hanno interesse al confronto: oggi rifiutano una discussione con me quando gli chiedo di parlare, ma le risposte le dovranno dare ai lavoratori. Qui si sta consumando una crisi che nasce nel 2018 quando viene venduta Magneti Marelli e io chiedo di bloccare la vendita, che avrebbe portato a ciò che oggi state vedendo e cioè allo smantellamento non solo di questa fabbrica ma progressivamente di tutte le fabbriche di Magneti Marelli”. Così il leader di Azione, Carlo Calenda, in un punto stampa a Crevalcore, in provincia di Bologna, di fronte agli stabilimenti della Magneti Marelli.

“La Fiat se ne sta andando, anzi se ne è già andata: guardate i numeri della produzione negli stabilimenti. Lo ha fatto dopo che l’Italia gli ha dato una garanzia per pagarsi il dividendo e a quel pagamento l’unico che si è opposto è il sottoscritto”, ha sottolineato il leader di Azione. “Nessuno ha detto niente, come nessuno sta dicendo niente oggi sul fatto che le macchine sono diminuite del 30 percento dall’epoca di Marchionne. E non lo si sta dicendo, e non c’è una mobilitazione che invece c’è stata quando c’era Marchionne, perché la Fiat e in particolare gli Elkann sono i proprietari di Repubblica, il principale giornale della sinistra italiana”, sottolinea Calenda. “Nessuno si mobilita e questo è l’inizio di una crisi molto più profonda”, ha aggiunto Calenda. “Io non ho vantaggi politici a scontrarmi con gli Elkann o Repubblica né a dire scomode verità su Landini e il sindacato: ma se questa verità non viene detta, questo problema non si risolverà e la deindustrializzazione dell’Italia andrà avanti. La Fiom può fare quello che vuole, ma le risposte le deve dare ai lavoratori”, ha concluso.

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