Via libera del Consiglio dei Ministri alla Legge di Bilancio. Tante le misure varate, in ambiti che vanno dal fisco alla sanità, passando per le pensioni e il welfare. La manovra vale quasi 24 miliardi di euro, di cui 16 frutto di extragettito e il resto legato a tagli di spesa. Vediamo tutte le misure nel dettaglio.
Confermato fino a tutto il 2024 il taglio del cuneo fiscale deciso lo scorso maggio per quanto riguarda l’anno in corso. La misura, nelle intenzioni dell’esecutivo, equivale a un taglio di 6 punti percentuali per chi ha redditi fino 35mila euro e di 7 punti per chi ha redditi fina a 25mila euro. “È un aumento in busta paga che mediamente corrisponde a circa 100 euro al mese per una platea di circa 14 milioni di cittadini”, ha commentato in conferenza stampa la premier Meloni, mentre il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, ha specificato come la misura valga circa 10 miliardi di euro. La contemporanea applicazione della riduzione del cuneo contributivo e della nuova aliquota Irpef avrà nelle intenzioni del governo l’effetto di rafforzare le buste paga dei lavoratori dipendenti fino 1.298 euro annui (per 27.500 euro lordi annui). Si amplia fino a 8.500 euro la soglia di no tax area prevista per i redditi di lavoro dipendente che viene parificata a quella già vigente a favore dei pensionati, con l’innalzamento a 1955 euro della detrazione fino a 15.000 euro di reddito da lavoro dipendente.
Novità anche sull’Irpef, con l’aliquotà al 23%, attualmente a favore dei redditi fino a 15mila euro, che viene estesa a tutti i redditi fino ai 28mila. Il beneficio però verrà sterilizzato per i redditi totali complessivi ai 50mila euro, che beneficeranno – a compensazione – di una deduzione fiscale. La misura, come affermato dal ministro Giorgetti, vale 4,5 miliardi di euro.
Ok dall’esecutivo anche alla conferma della flat tax al 15% per i lavoratori autonomi. Viene inoltre prorogata per altri 3 anni, sempre per quanto riguarda gli autonomi, l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa. Infine, gli stessi lavoratori autonomi potranno non pagare più in un’unica soluzione l’anticipo Irpef, ma avranno possibilità di rateizzare il versamento in cinque rate da gennaio a giugno.
Capitolo pensioni: il governo conferma la loro rivalutazione in rapporto all’inflazione. In particolare, per quanto attiene alle pensioni minime, è prevista una ‘super-rivalutazione’ per gli over75. “Rivalutiamo al 100% le pensioni fino a quattro volte il minimo, al 90% quelle tra 4 e 5 volte il minimo e poi a scendere man mano che aumenta l’importo della pensione”, ha sottolineato la premier Meloni.
Il governo ha deciso, sempre in ambito pensionistico, di eliminare il vincolo per quanto riguarda le pensioni contributive. “Abbiamo eliminato il vincolo che prevede a chi è nel contributivo di andare in pensione con l’età raggiunta solo se l’importo della sua pensione è inferiore a 1,5 volte la pensione sociale”, ha specificato Meloni.
Tre miliardi sono stanziati in manovra sul tema sanità, con l’obiettivo di ridurre le liste di attesa. L’intenzione del governo è di raggiungere l’obiettivo sia con il rinnovo dei contratti del settore della sanità (2 miliardi di stanziamento dedicato), sia con la detassazione degli straordinari e dei premi di risultato legati all’abbattimento dei tempi per l’accesso alle prestazioni. Si stanziano, inoltre, risorse per 250 milioni di euro per l’anno 2025 e 350 milioni di euro a decorrere dal 2026 per il potenziamento dell’assistenza territoriale, anche con riferimento a nuove assunzioni di personale sanitario. Novità anche per gli stranieri non Ue residenti in Italia, i quali potranno usufruire del sistema sanitario nazionale versando un contributo di 2.000 euro annui. L’importo del contributo è ridotto per gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio o per quelli collocati alla pari.
Altro punto significativo è lo stanziamento di 7 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti nella Pubblica Amministrazione. Di questi, due andranno come detto ai lavoratori del comparto sanità, mentre gli altri 5 saranno a disposizione degli altri settori. In particolare al settore della sicurezza, indicato come una priorità dal Governo.
‘Più assumi, meno paghi’. Con questo principio il governo introduce una ‘super deduzione’ fiscale “pari al 120% per tutte le assunzioni a tempo indeterminato, e che arriva fino al 130% per chi assume “mamme, under 30, percettori di reddito di cittadinanza e persone con invalidità”, come spiegato in conferenza stampa dalla Presidente del Consiglio Meloni. Confermata inoltre la detassazione dei premi produttività al 5% e la soglia fino a 2 mila euro dei fringe benefit per i lavoratori con figli a carico, fino a 1000 euro per tutti gli altri (si potranno utilizzare anche per pagamenti di affitto e mutuo prima casa).
Il governo mette fine ad Ape Sociale e Opzione Donna, che verranno rimpiazzati da un nuovo Fondo per la flessibilità in uscita. Si andrà in pensione a 63 anni con 36 anni di contributi per quanto riguarda “caregiver, disoccupati, disabili e impiegati in lavori gravosi”, come dichiarato da Meloni, e con 35 anni per le donne. In soffitta quota 103 a favore di quota 104, con alcune specifiche che tengono conto della necessità di valorizzare chi vuole rimanere a lavoro, come il bonus Maroni
Sul fronte natalità, il governo mira a rendere gratis l‘asilo nido per i secondi figli. Stanziati a questo fine 180 milioni di euro.
Sempre sul fronte del sostegno alle famiglie numerose, il governo ha deciso di pagare di tasca sua i contributi previdenziali – circa un terzo di quelli complessivi – a carico delle donne lavoratrici con due o più figli.
Seicento milioni vanno alla conferma della card ‘Dedicata a te’, 380 al fondo mutui prima casa e 200 per il rifinanziamento del contributo straordinario per il caro energia e il bonus sociale elettricità (200 milioni di euro) per sostenere le fasce più deboli della popolazione nel primo trimestre dell’anno prossimo.
Deciso un mese aggiuntivo di congedo parentale per madri e padri, utilizzabile fino ai 6 anni di vita del bambino e retribuito al 60%. Non è confermato invece il taglio dell’Iva su prodotti prima infanzia, che secondo la premier è stato assorbito dagli aumenti di prezzo.
Dal 1 gennaio 2024 è prevista l’entrata in vigore di una tassa al 15% per le multinazionali che fatturano oltre 750 milioni l’anno. Nel decreto rientra anche un pacchetto di interventi sulla fiscalità internazionale, che introduce regole certe, procedure semplificate per le persone fisiche e le società di capitali residenti in Italia o che intendono trasferire loro sede e attività nel nostro Paese.
Rinviata fino al 1 luglio 2024 l’entrata in vigore della plastic e sugar tax. Per le imprese e per sostenere gli investimenti privati sarà previsto un credito di imposta per coloro che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno, vengono stanziati 1,8 miliardi nel 2024 ai quali si aggiungono le risorse per contratti di sviluppo, nuova Sabatini e contratti di sviluppo (300 milioni).
Il finanziamento delle politiche invariate, come i rinnovi contrattuali di Pa e sanità, le missioni internazionali, la Difesa, è coperto, spiega una nota del Mef a margine della presentazione delle misure “con nuove misure per la Spending review (5% lineare per i ministeri) e aumenti delle accise sui tabacchi”.
Previsto in manovra un primo taglio del canone Rai dalla bolletta, per l’esattezza di un quarto del suo ammontare. Per il ministro Giorgetti il canone in bolletta scende così a 15euro dagli attuali 20 per quanto riguarda il singolo pagamento, mentre l’importo complessivo passa da 90 a 70 euro.
In manovra, infine, è prevista la copertura per la realizzazione del collegamento tra Calabria e Sicilia. ‘Carta canta’, ha dichiarato il vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, annunciando la presenza dei fondi necessari nel testo approvato dal CdM.